Corriere della Sera (Milano)

Alle medie mancano 3 mila docenti Presidi, sei candidati per ogni posto

Proteste dei sindacati sugli organici. Parte il test per dirigenti di ruolo dal 2019

- El. An.

E non erano mancati i ricorsi contro il bando: quattrocen­to, ma quasi tutti vinti dall’amministra­zione.

L’esame si è svolto in trenta scuole milanesi, dal Parini al Berchet all’Agnesi al Cattaneo, ma i candidati milanesi sono stati smistati anche in altre città lombarde dove erano state allestite aule con pc, per gli aspiranti dirigenti 2.0.

Dopo il test, in autunno ci sarà la fase concorsual­e vera e propria (prova scritta, in parte in lingua straniera, e l’orale), quella formativa di due mesi e l’ultima di tirocinio presso le

iscritti in Lombardia

si sono effettivam­ente

presentati scuole. Ad attirare verso la posizione di preside lo stipendio (allo Stato un titolare costa circa 6 mila euro lordi al mese) e la funzione dirigenzia­le. Per gli insegnanti si tratta di un avanzament­o di carriera. Faticoso, però.

«L’esperienza in questi test di preselezio­ne conta poco, è una prova che premia per lo più lo sforzo mnemonico. E suona strano in una scuola in cui tanto si parla di competenze», commenta ad esempio un po’ delusa Cristina Re, 53 anni, vicepresid­e dello scientific­o Vittorio Veneto da una decina d’anni (ma insegna da trenta).

«Non credo sia il modo migliore per scegliere i futuri presidi. Vogliono dare autonomia alle scuole? Perché non far fare la prima selezione proprio a loro? — chiede Michele Vassallo, 44 anni, docente di informatic­a all’Itis Feltrinell­i —. Tante attività di progettazi­one, gestione e organizzaz­ione vengono già decise dai docenti». Anna Bertato, 54 anni, in forze all’Iis Maxwell, ha dovuto andare fino a Bergamo, per sostenere la prova. Ma ne è valsa la pena: ha conquistat­o un risultato d’eccezione, 91 punti. «Insegno da nove anni, prima facevo un altro lavoro — racconta —. Visto il numero dei candidati e l’esiguo numero di posti disponibil­i è probabilme­nte l’unico possibile metodo di scrematura, non so se davvero valido», ammette. Fabio Nociti, docente da vent’anni e ora

In classe

I posti da riempire sono nel 50 per cento dei casi alle primarie di secondo grado

all’Oriani Mazzini, protesta: «Avere un’ottima memoria per rispondere a quei quiz non dice niente sulle buone doti da dirigente. Le domande erano spesso difficili, alcune incomprens­ibili...». Abbozza anche Romana Passante, docente di ruolo da più di dieci anni, attualment­e al Donatelli-Pascal: «Ho preso solo 69 ma ho potuto studiare poco, essendo impegnata anche sul fronte familiare», sospira. Per la grande occasione, forse bisognerà aspettare ancora.

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