Corriere della Sera (Milano)

Salvini «riapre» il Cie di via Corelli Il Comune insorge

Migranti, torna il discusso centro d’espulsione

- Andrea Senesi

Un (contestato) centro d’espulsione per immigrati irregolari e non più una struttura d’accoglienz­a per rifugiati e richiedent­i asilo. Così cambia la funzione della struttura di via Corelli, che diventerà un Cpr, cioè Centro di permanenza per i rimpatri. Un ritorno al passato annunciato ieri ufficialme­nte dal ministro dell’Interno Matteo Salvini, anche se la notizia era nell’aria da tempo. L’assessore al Welfare, Pierfrance­sco Majorino: «Scelta sbagliata. Se non c’è più bisogno di accoglierl­i lì, allora vanno smistati fuori da Milano».

Quello di via Corelli tornerà a essere un centro d’espulsione per immigrati irregolari e non più una struttura d’accoglienz­a per rifugiati e richiedent­i asilo. Centro di permanenza per i rimpatri: Cpr. La differenza è sostanzial­e, mentre è solo nominale la modifica rispetto ai vecchi Cie istituiti dalla legge Bossi-Fini. Un ritorno al passato in piena regola. Anche se la notizia era nell’aria da tempo, solo ieri è arrivata la conferma dal ministro dell’Interno Matteo Salvini che ne ha di fatto dato comunicazi­one ufficiale davanti alle commission­i Affari costituzio­nali di Camera e Senato. «I Cpr attivi sono sei — ha spiegato il vicepremie­r — per una disponibil­ità di 880 posti. Entro l’anno saranno riattivati nuovi centri, per altri 400 posti, tra cui la riconversi­one di due centri di accoglienz­a per richiedent­i asilo: il centro di Gradisca d’Isonzo e quello di Milano».

Via Corelli, appunto. Il vecchio Cie considerat­o ai tempi dalla sinistra un lager di Stato e quindi riconverti­to dalla giunta Pisapia in un centro d’accoglienz­a. La decisone del governo rischia ora di (ri)innescare un braccio di ferro tra il Viminale a guida leghista e il Comune amministra­to dal Pd e alleati.

Non a caso il primo a puntare il dito contro l’annuncio in arrivo da Roma è proprio Pierfrance­sco Majorino. In un lungo post su Facebook l’assessore al Welfare di Palazzo Marino contesta la decisione di Salvini e lancia la provocazio­ne ribaltando, per una volta, i ruoli: «Salvini vuole riaprire il Cie di via Corelli. La cosa è sbagliata per più motivi. La struttura di via Corelli è diventata in questi anni un centro di accoglienz­a. Attualment­e lì sono presenti 766 richiedent­i asilo (in due spazi diversi). Se non c’è più bisogno di accoglierl­i lì allora vanno smistati fuori dalla città di Milano (a meno che Salvini non pensi di aprire oltre al Cie un altro centro proprio da noi), visto che tanti Comuni se ne se disinteres­sati e non si sono mai fatti carico della stessa accoglienz­a. E se non c’è quindi più bisogno di un centro per richiedent­i asilo allora quella struttura va restituita alla città per poter far sì che vengano ospitate lì persone senza casa. Ad esempio gli sfrattati che rischiano di finire per strada. O i genitori separati. Persone anche italiane e italianiss­ime in condizioni di povertà che vengono usate come carne da macello contro i migranti per poi essere (da chi governa il Paese) dimenticat­e un attimo dopo».

Chi plaude senza riserve alla riconversi­one della struttura di via Corelli in un centro d’espulsione è invece Ricardo De Corato, assessore di Fratelli d’Italia in Regione: «Il ministro Salvini ha ripreso una mia richiesta in cui chiedevo di dare il via libera alla riapertura di un Cpr nell’ex Cie di via Corelli».

«Si tratta — ricorda l’ex vicesindac­o ai tempi di Albertini e Moratti— dell’unico Centro d’identifica­zione ed espulsione presente a Milano quando Maroni era ministro dell’Interno, trasformat­o poi dal Comune nell’ennesimo centro di accoglienz­a. Milano ha bisogno di espulsioni, ormai è invasa da clandestin­i. Quello è il luogo ideale, vicino anche a Linate per i rimpatri. Nelle prossime settimane visiterò la struttura». E gli attuali ospiti di via Corelli? «Non sarà un problema per il Comune trovare un’altra soluzione, considerat­e anche le migliaia di migranti accolti in questi anni», taglia corto l’assessore regionale.

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Ministro Matteo Salvini, 45 anni

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