Caso Benusiglio, i medici legali: è stato un suicidio, la stilista milanese non fu strangolata
La perizia dice che è stato un suicidio: la lunga sciarpa stretta al collo e legata al ramo di un albero, pur se i piedi toccavano terra, nei giardini di piazza Napoli. Il corpo di Carlotta Benusiglio, 37 anni, venne trovato all’alba del 31 maggio 2016. I nuovi esami tornano ai primi risultati dell’autopsia e li confermano, dopo che per le ulteriori verifiche la salma della stilista è stata riesumata. Carlotta Benusiglio è morta «con grande probabilità» a causa di una «asfissia da impiccamento» e sul cadavere non c’erano «lesioni» riconducibili ad un «eventuale strangolamento, parziale o totale, con successiva sospensione del corpo». La perizia esclude dunque che qualcuno abbia strangolato la ragazza simulando poi un suicidio.
In una lunga vicenda giudiziaria, il fidanzato della stilista, 41 anni, che aveva trascorso con lei quell’ultima notte, è passato da persona informata sui fatti a indagato, prima per istigazione al suicidio, poi per omicidio volontario aggravato (ipotesi che dopo l’ultima perizia, firmata dai medici Elena Invernizzi e Giovanni Pierucci, dovrebbe decadere). Una consulenza precedente, successiva alla prima autopsia e richiesta dal pm Gianfranco Gallo, diceva invece che gli «elementi a disposizione sono conciliabili sia con l’ipotesi di impiccamento sia con quella di strangolamento immediatamente seguito da sospensione del cadavere». La famiglia Benusiglio, con i legali Gian Luigi Tizzoni e Pier Paolo Pieragostini, si è sempre battuta perché il caso non venisse archiviato.