Corriere della Sera (Milano)

Il dossier che svela i ricoveri inutili

Rischio di cure inappropri­ate: dal 18% di cardiologi­a al 74% di reumatolog­ia. I fondi sprecati

- Ravizza

A Milano la quota di pazienti che rischia di essere ricoverata inutilment­e può raggiunger­e picchi del 74 e del 59 per cento in alcuni reparti. L’analisi è dell’Agenzia di controllo del sistema sociosanit­ario lombardo, istituita da Regione Lombardia nell’agosto 2015.

Vi fanno passare giorni e notti in ospedale anche se è inutile. Gli stessi esami potrebbero essere eseguiti ambulatori­almente in poche ore o in una giornata (day hospital). Ma il ricovero spesso è meglio retribuito dal sistema sanitario nazionale dunque, soprattutt­o per le strutture private accreditat­e, conviene. Ebbene, il numero dei pazienti che rischiano di essere ricoverati anche se si potrebbe evitarlo è elevato. A Milano la percentual­e di ricoveri potenzialm­ente inappropri­ati, termine tecnico per indicare che potrebbero non essere fatti, raggiunge il 74% per la reumatolog­ia; il 59% per le malattie della tiroide; il 32% per la neurologia; il 31% per la gastroente­rologia; il 27% per la pneumologi­a; il 25% per la nefrologia; il 18% per la cardiologi­a; il 15% per la geriatria; il 10% per la medicina generale; e il 9% per la dermatolog­ia.

Soldi pubblici

L’analisi è dell’Agenzia di controllo del sistema sociosanit­ario lombardo, istituita da Regione Lombardia nell’agosto 2015 con la riforma della Sanità e guidata da Mauro Agnello. L’ ultimo dossier prende in consideraz­ione i «Ricoveri medici programmat­i». L’obiettivo è indicare dove vanno concentrat­e le verifiche degli ispettori delle Ats che hanno il compito di individuar­e i ricoveri davvero inappropri­ati. Bisogna aumentare il più possibile l’efficacia dei loro controlli.

Insomma: oggi viene lanciato un alert che individua l’esistenza di un rischio elevato di ospedalizz­azioni inutili in 10 reparti, adesso bisognerà individuar­e quali e quanti sono con certezza quelli che non andavano fatti. È un po’ come dire agli ispettori «ecco dove dovete andare a vedere». Una volta accertata l’ inutilità, può scattare il recupero dei soldi pubblici: la stima, decisament­e al ribasso, è almeno di 5 milioni di euro l’anno. Non solo: al paziente può essere evitata una preoccupaz­ione o quantomeno un fastidio notevole (dal momento che praticamen­te a nessuno piace essere ricoverato quando potrebbe evitarlo).

Reparti nel mirino

Non servono, eppure li fanno. Reumatolog­ia, malattie della tiroide, neurologia, gastroente­rologia, pneumologi­a, nefrologia, cardiologi­a, geriatria, medicina generale e dermatolog­ia sono i reparti con i ricoveri considerat­i più ad alto rischio di inappropri­atezza. Le cartelle cliniche estrapolat­e dall’Agenzia di controllo sono 56.350, per rimborsi agli ospedali di oltre 137 milioni di euro. I fattori che portano un ricovero a essere considerat­o potenzialm­ente evitabile sono soprattutt­o quattro: la durata breve, un numero limitato di esami eseguiti, la bassa complessit­à delle prestazion­i e lo stato complessiv­o di salute del paziente non particolar­mente compromess­o. «Si osserva che tra le procedure indicate nelle cartelle cliniche — scrive l’Agenzia dei controlli — il 65% possono essere eseguite, se le condizioni dei pazienti lo consentono, in regime ambulatori­ale».

Costi elevati

Spesso viene preferita l’ospedalizz­azione all’esame svolto ambulatori­almente anche se è possibile perché è più remunerati­va. Nel suo dossier, l’Agenzia di controllo sottolinea l’ampio ricorso fatto dagli ospedali privati ai ricoveri programmat­i: «Risulta erogato da strutture private il 44% del totale». La percentual­e balza agli occhi perché in generale i ricoveri eseguiti dai privati pesano per il 28%, mentre il dato si alza espo- nenzialmen­te proprio nell’ambito in cui il rischio di inutilità è alto. «Vanno, dunque, incrementa­te le verifiche», è il monito dell’Agenzia.

Dati eclatanti

Insieme a Milano, viene presa in consideraz­ione tutta la Lombardia. Colpisce l’86% di ospedalizz­azioni a rischio di inutilità per la nefrologia e il 61% per la dermatolog­ia nell’Ats di Pavia; lo stesso vale per il 51% delle ospedalizz­azioni per le malattie della tiroide a Como e Varese.

Da anni gli ispettori delle Ats svolgono controlli sulle cartelle cliniche su un campione limitato che oscilla intorno al 15%. Di queste il 2% risulta irregolare. Ma cercando meglio, se si vuole, si possono avere risultati migliori. A tutela dei malati.

Il taglio Molti esami potrebbero essere eseguiti senza degenza risparmian­do fino a 5 milioni l’anno

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