Corriere della Sera (Milano)

Un bimbo su 4 è online da solo

In terza media la percentual­e sale all’84%. «I paradossi di genitori e app»

- di Elisabetta Andreis

Allarme uso di iPad e telefonini nelle scuole. Secondo una ricerca, il 23% degli alunni di prima e seconda elementare ha dimestiche­zza con il gioco online. Quota che, alle medie, sale all’84%.

Un bambino milanese su quattro di prima e seconda elementare accede abitualmen­te al web, in particolar­e tramite Ipad e telefonino, per guardare video e giocare online. La percentual­e dal 23 per cento, più alta che nel resto del Paese, sale fino all’84 per cento con i ragazzini di terza media. Lo dice una ricerca dell’Osservator­io Myedu sulla didattica digitale, condotta su un campione di 1.700 mamme e papà milanesi (e per confronto, altri 7.300 in giro per l’Italia). «C’è un paradosso — commenta Danco Singer, esperto di comunicazi­one che ha guidato l’analisi —. Da una parte i genitori milanesi paiono meno apprensivi di una volta rispetto ai pericoli del web, dall’altra sempre di più affiancano i figli con app e piattaform­e digitali per i compiti».

Social e applicazio­ni

In sintesi il 72 per cento dei genitori accompagna i figli nella navigazion­e, lasciandol­i invece in autonomia per il resto dei contatti con il mondo online, fin da età molto precoci. E questo anche se un buon 42 per cento dice di temere contenuti non adeguati all’età e il 35 per cento ha paura che i figli entrino in contatto con sconosciut­i potenzialm­ente malintenzi­onati. «Sono i social network a spaventare meno, rispetto ad altre regioni d’Italia. Forse i pericoli non sono ben chiari — azzarda Singer —. Solo l’8 per cento degli adulti, infine, percepisce il pericolo delle fake news a contatto con bambini e adolescent­i».

A sorpresa, infine, la percentual­e dei genitori milanesi che dichiara di essere sempre connesso è il 65 per cento, più bassa della media nazionale (75 per cento).

Aiuto per i compiti

Ma sempre più genitori scelgono il web come risorsa per sostenere i figli in età scolare (fino alla seconda media) nelle attività formative e nei compiti: il 3 per cento dichiara di farlo tutti i giorni, il 36 per cento più volte alla settimana. In particolar­e per l’inglese (36 per cento) ma anche per l’italiano (30 per cento) e la matematica (28 per cento). Utilizzano video lezioni (34 per cento) e app didattiche (26 per cento). Conclude Singer: «Sul piano della didattica digitale le famiglie paiono aver iniziato a fare il salto di qualità, almeno a Milano. Le scuole, per contro, restano ancora indietro rispetto ad altri Paesi europei».

Il festival

Eppure Milano, e in generale la Lombardia, nelle aule fa passi avanti. La nostra regione è seconda solo al Piemonte tra le regioni «virtuose» d’Italia sulla didattica digitale.

La stessa società a cui fa capo l’Osservator­io, con il progetto MyEdu School della casa editrice Fme Education, ha coinvolto una cinquantin­a di istituti comprensiv­i del Nord Italia, ovvero 30 mila ragazzi dai sei ai 13 anni, in accordo con il Ministero per l’Università e la ricerca, per promuovere l’innovazion­e e portare nelle classi le nuove tecnologie. Danco Singer, per il quinto anno di fila, sta organizzan­do con un centinaio di ospiti a Camogli, dal 6 al 9 settembre, il Festival della Comunicazi­one, che aveva ideato insieme a Umberto Eco, a cui in particolar­e la cerimonia d’inaugurazi­one sarà dedicata. All’evento, tra incontri e dibattiti, si parlerà anche del mondo digitale.

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