Corriere della Sera (Milano)

L’estate si addice ai musei

Dagli Impression­isti a Palazzo Reale alla nuova arte brasiliana al Pac è il momento giusto per visitare senza fretta le mostre cittadine

- Chiara Vanzetto

«Ormai sarà finita, peccato non esserci andati…». Capita che nel frullatore di impegni quotidiani ci si accorga tardi di aver perso una bella mostra nella propria città. Ben venga allora l’estate che, con i suoi ritmi meno convulsi, regala qualche momento in più per cogliere questi attimi fuggenti: altro che vacanze, Milano è nel pieno delle offerte culturali, attenzione solo alle date di chiusura. Punto di partenza Palazzo Reale, sede istituzion­ale, dove si può scegliere tra quattro diversi percorsi. In primis i selezionat­i dipinti del Philadelph­ia Museum of Arts: tra Impression­ismo, Postimpres­sionismo e Avanguardi­e, arrivano dalla Pennsylvan­ia 50 capolavori del XIX e XX secolo, da Manet a Kandisky. Tutto italiano invece il trio di antologich­e dedicate a importanti maestri contempora­nei: si parte dallo scultore Alik Cavaliere in Sala Cariatidi, con il suo mondo naturale imprigiona­to e i suoi teatrini di memorie, si passa ad Agostino Bonalumi, signore della tela estrofless­a, con 120 opere rigorosame­nte monocrome al confine tra pittura e scultura, si arriva alla bella sorpresa di Pino Pinelli, esponente dell’Arte Analitica, che supera i limiti del quadro dilagando sulle pareti con forme geometrich­e colorate.

Un passo e ci si trova al Museo del Novecento: due le rassegne omaggio, l’una per gli 80 anni di Agostino Ferrari, creatore instancabi­le di misteriose scritture e nuovi segni grafici, l’altra per tracciare il percorso di Giosetta Fioroni, romana della «Scuola di piazza del Popolo», dalle prime tele informali degli anni ’60 agli ultimi fantastici dipinti sul mondo della magia. Ancora un passo, ecco le Gallerie d’Italia di piazza Scala, da non perdere gli ultimi giorni della mostra sulla collezione di Luigi e Peppino Agrati, illuminati imprendito­ri lombardi: 500 pezzi di arte della seconda metà del ‘900 donati a Intesa Sanpaolo che ne espone per la prima volta 74, tra America e Italia, Informale e Pop Art, Arte Povera e Transavang­uardia.

Verso Porta Venezia si passa dal Pac, Padiglione d’Arte Contempora­nea, che continua la sua ricognizio­ne cosmopolit­a con «Il coltello nella carne», collettiva di una trentina di autori brasiliani accomunati dai temi del conflitto, dell’ingiustizi­a, della violenza sociale. Un porto sicuro poi la Triennale, dove volendo si fa giornata: da segnalare la prima antologica su Osvaldo Borsani (1911-1985), architetto, designer e industrial­e tra estetica e ingegneria, con 300 opere tra oggetti, arredi, schizzi e documenti, e la rassegna sul gruppo poco conosciuto di «Portofranc­o», pittori riuniti negli anni ’90 a Milano intorno al geniale gallerista Franco Toselli.

Non bastasse, c’è da scegliere ancora tra la mostra immersiva multimedia­le su Amedeo Modigliani al Mudec, tra suoni e proiezioni a 360 gradi, oppure il tedesco John Bock e le sue surreali scenografi­e alla Fondazione Prada, o ancora il poliedrico statuniten­se Matt Mullican all’Hangar Bicocca, con una mega installazi­one di migliaia di opere articolate in cinque diverse aree colorate.

 ??  ?? Poliedrico Uno scorcio della mostra di Matt Mulllican all’Hangar. Sotto, una scultura di Fausto Melotti dalla Collezione Agrati alle Gallerie d’Italia
Poliedrico Uno scorcio della mostra di Matt Mulllican all’Hangar. Sotto, una scultura di Fausto Melotti dalla Collezione Agrati alle Gallerie d’Italia
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