Legionella «Scagionato» l’acquedotto
A Bresso continuano le ricerche per individuare la fonte del batterio. Aziende nel mirino delle indagini
Poco più del dieci per cento di case con tracce di legionella. Una percentuale che porta a «scagionare» l’acquedotto. A Bresso continuano le ricerche per capire quale sia la fonte del batterio che dal 10 luglio scorso ha ucciso quattro persone e ne ha fatte ammalare altre 48. I risultati delle analisi dell’Ats (ex Asl) di Milano indicano un percorso da seguire verso l’individuazione delle cause. Sono 574 i campioni d’acqua prelevati in abitazioni e luoghi pubblici. Per quanto riguarda gli appartamenti, solo sei su 45 sono positivi ai test effettuati per verificare la presenza di legionella, mentre le analisi di altri sei sono tuttora in corso. Delle 40 fontanelle e tubature controllate negli spazi aperti, cinque sono contaminate e per altrettante si attendono risposte. «I primi risultati indicano una percentuale molto bassa, pari al 13 per cento, di alloggi positivi alla legionella — spiega l’assessore regionale alla Sanità Giulio Gallera —. Questo tenderebbe a far escludere che il batterio sia annidato nella rete idrica».
Ricordiamo che il microrganismo vive in ambienti acquatici a temperature comprese tra i 25 e i 45 gradi e si diffonde tramite goccioline d’acqua. Se inalate, possono raggiungere gli alveoli polmonari e provocare un’infezione nei soggetti con basse difese immunitarie, come gli anziani e i malati cronici. Le indagini ora si concentrano — come già ipotizzato dagli esperti nei giorni scorsi — sulle torri di raffreddamento di edifici e industrie, «anche sulla base di riscontri di precedenti epidemie a livello nazionale e internazionale». Il sindaco di Bresso, Simone Cairo, sabato ha sorvolato in aereo il territorio comunale per fotografare dall’alto gli impianti. Le immagini, selezionate dai consiglieri, sono poi state consegnate all’Ats che si occuperà delle verifiche nelle aziende. Ovvero: nuovi campionamenti per capire se il batterio si è sprigionato da questi condensatori e ha raggiunto i cittadini all’interno di nubi contaminate. L’amministrazione ha emesso anche un’ordinanza per chiedere alle imprese di segnalare la presenza
I casi totali delle torri, ma finora in pochi hanno risposto.
Intanto, la conta dei casi sembra essersi fermata. Dopo la fase acuta, in cui si è arrivati anche a sei nuovi malati al giorno, i contagi sono via via calati per arrestarsi a quota a 52. Di questi, 45 pazienti si sono ristabiliti, tre sono ricoverati. Ma lo stop non significa che la fonte si diventata innocua. Il sindaco è determinato a individuare una volta per tutte l’origine del problema che già nel 2014 era esploso a Bresso. Stasera, nuova assemblea pubblica in Comune
L’ordinanza
Alle imprese è stato chiesto di segnalare le torri di raffreddamento Poche le risposte