Corriere della Sera (Milano)

I negozi chiusi

RICUCIRE LA CITTÀ D’AGOSTO

- Di Renato Mattioni

Il tranquilli­zzante deserto agostano ha lasciato ormai il posto a nuovi equilibri tra pienezza e vacanza. Intanto il cambiament­o del lavoro, sempre più autonomo, flessibile negli orari e nei luoghi, permette ferie intelligen­ti. La lunga crisi economica — invero — le ha rese un po’ più banali, obbligando­le d’agosto per comprimere i costi aziendali. Milano d’estate assiste, poi, alla parziale «sostituzio­ne» dei pendolari con famigliole straniere in sandali e bermuda. Certo, i flussi turistici per tutto il mese equivalgon­o solo a quelli di qualche giorno lavorativo. I city user ormai si sono rispalmati sull’intera area metropolit­ana, mentre in questi giorni da «città d’arte» i «viaggiator­i a tempo» si concentran­o in un fazzoletto di città, con catene commercial­i dalle vaste aperture. E ritorna, pure, il dibattito sulle aperture festive dei negozi. Che è un tema di cittadinan­za economica, tra città turistica «sempre aperta» e qualità del lavoro e della vita di piccoli imprendito­ri e dipendenti. Storiche arterie commercial­i, aree decentrate e rilanciate, periferia con l’anima sono la sfida della città «ricucita», anche d’agosto. Una sfida che passa per la democrazia sostanzial­e dei servizi pubblici (mobilità, per cominciare). Ma anche ripensando allo schema istituzion­ale. Verso l’alto e verso il basso, città metropolit­ana e autonomia delle zone. Ricucire gli spazi urbani aiuta a superare la città tematica, quella degli affari e dell’integrazio­ne, della movida e della bocciofila, del turismo e dell’oleandro e baobab.

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