Corriere della Sera (Milano)

Rincari Atm, il piano del Comune

Biglietto a due euro a Milano e nella prima fascia attorno al capoluogo: vertice a settembre

- di Pierpaolo Lio

Il rincaro di 50 centesimi annunciato per il biglietto singolo di Atm è confermato, ma il nuovo ticket permetterà di viaggiare fino ai Comuni della cintura milanese. Dovrebbe essere lo «sconfiname­nto» la novità principale del piano tariffario che sarà presentato ai sindaci a settembre. Ma la manovra, prevista da gennaio 2019, rischia di slittare a primavera. Sempre a gennaio c’è già da gestire l’avvio di Area B.

Il piano è ormai pronto. Sarà presentato a tutti i sindaci ai primi di settembre. La Grande Milano avrà il suo nuovo sistema tariffario del trasporto pubblico. Quest’ultimo scorcio d’agosto servirà a limare gli ultimi dettagli. È una rivoluzion­e attesa da anni. E ruoterà attorno al nuovo ticket da 2 euro. Che però sconfinerà oltre i confini del capoluogo. Dovrebbe essere questa la principale novità: la tariffa «urbana» sarà sì rincarata di 50 centesimi, ma permetterà di muoversi fin dentro ai Comuni più vicini a Milano. Resta ancora l’incognita di quando debutterà l’aumento: è in programma da gennaio, ma rischia di slittare a marzo-aprile. L’inizio del 2019 s’annuncia infatti «affollato»: lo stesso mese partirà un’altra rivoluzion­e, Area B. La prudenza sta suggerendo di aspettare, e gestire una partita alla volta, iniziando dalla Ztl anti diesel grande quasi quanto l’intera città.

Nei giorni in cui studenti e lavoratori stanno iniziando a rinnovare senza sorprese sul prezzo gli abbonament­i annuali (mentre in primavera l’adeguament­o s’abbatterà sui mensili), il Sitam, il «Sistema integrato trasporti area milanese», come lo abbiamo conosciuto finora, s’appresta ad andare in pensione. E con lui, finisce in archivio quel complesso meccanismo di «aree», «zone» e «semizone» che rendeva affare assai oscuro l’acquisto del giusto tagliando — soprattutt­o per spostarsi in provincia — e di conseguenz­a il calcolo dell’importo. Ad accelerare l’operazione è stata la decisione di Beppe Sala di mettere mano al prezzo del biglietto del tram. Dopo settimane di voci, l’ultima giunta del 2017 aveva formalizza­to la scelta. «C’è spazio per un ritocco», la convinzion­e del sindaco. Per la qualità del servizio offerto a cittadini e pendolari, ma soprattutt­o per gli aritmetici equilibri di bilancio che dal 2019 in avanti saranno gravati dal peso delle nuove metropolit­ane: 90 milioni l’anno per la piena funzionali­tà della lilla, altri 10 milioni dal 2020 per il prolungame­nto della rossa a Cinisello Balsamo, e poi la previsione dei 100 milioni annuali per le spese di gestione della M4. Alle casse del Comune serve recuperare più o meno 50 milioni. L’ultimo aumento, sempre di 50 centesimi, risale a oltre sette anni fa. Ai primi passi di quella giunta arancione che aveva spezzato un dominio ventennale del centrodest­ra a Palazconce­ntrici, zo Marino. È in quel 2011 che Giuliano Pisapia fu costretto ad alzare da 1 a 1,50 euro il ticket. Ora, davanti a costi di sistema in aumento e fondi statali e regionali che s’annunciano invariati, la partita torna d’attualità. «Non è realistico non ritoccare il biglietto», ripete da mesi Sala. «Anche altre città stanno andando in questa direzione». «Cercheremo però di tutelare chi è in difficoltà». E qui entra in gioco la rivisitazi­one del Sitam.

L’indicazion­e del sindaco è stata da subito chiara: «Andiamo a lavorare su cerchi sul modello di Monaco di Baviera e Londra, che dal punto di vista dell’equità sociale è più corretto perché si paga in funzione dell’uso». E così sarà. Questa è la base da cui sono partiti i tecnici dell’Agenzia di bacino. Addio ai frastaglia­ti confini dei cento e più Comuni della provincia. Anche se gli anelli non saranno perfetti: su questo punto infatti qualche aggiustame­nto e correzione è ancora in discussion­e. Attraversa­re ogni corona costerà qualcosa in più, ma all’interno di ogni «ciambella» ci si sposterà liberament­e con un biglietto. Scartata dal tavolo di lavoro l’ipotesi di due diverse tariffe a Milano: 1,70 euro fino alla cerchia filoviaria della 90-91 che diventano 2 euro per il resto della città. L’area «urbana» anzi s’allargherà ai cosiddetti Comuni di prima fascia. Il risultato concreto è che così le migliaia di pendolari che ogni giorno entrano a Milano vedranno stemperato il rincaro, quello politico potrebbe essere di smorzare le annunciate proteste dei sindaci di centrodest­ra che ormai circondano il capoluogo a guida centrosini­stra.

Il sistema sarà «integrato»: il tagliando varrà anche sulle linee di superficie di altri gestori. Non varrà per Trenord, però. Con la società di piazzale Cadorna (e la Regione) le trattative sono ancora aperte.

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In tramLa rete di trasporto pubblico locale è gestita da Atm: i ricavi dei biglietti vanno al Comune

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