Studenti, coppie, nonni La notte dei viaggiatori all’hub di Lampugnano
Nonni, fidanzati, badanti, stranieri. Dilaga il turismo in pullman
Una porta aperta verso l’Europa. I viaggiatori della notte che partono dal terminal bus di Lampugnano sono diretti verso le destinazioni più disparate. Tra studenti, coppie, nonni e lavoratori che tornano a casa c’è un mondo di aspirazioni, necessità, paure e divertimento.
La notte al terminal bus di Lampugnano è il giro del mondo in pochi minuti. Studenti, lavoratori, turisti di tutte le età e persone di solo passaggio dai quattro angoli del pianeta. Sul piazzale illuminato a giorno in attesa di un pullman che può portare a Roma, come a Napoli, Francoforte, Nizza, Amsterdam, Budapest e chissà dove in giro per l’Europa, c’è un via vai continuo di viaggiatori. La diffusione delle compagnie di trasporto su gomma low-cost attira da queste parti molti più viaggiatori che in passato. Chi raggiunge i parenti in Francia dopo un anno di lavoro, i ragazzi diretti ad Amsterdam forse all’insaputa dei genitori «per andare a spaccarsi» fino alle donne romene che di mestiere fanno la badante pronte a ricongiungersi ai figli in patria che oggi la sociologia ha bollato come «orfani bianchi».
Come Liuba, 28 anni e un figlio di sei, che affronterà un viaggio di quarantadue ore diretta a Bucarest, partenza alle due di notte e un cambio a Mannheim in Germania: «Ho paura dell’aereo e la possibilità di viaggiare in bus è una benedizione. Torno a casa una volta l’anno per tre settimane per stare con mio figlio». Trattiene a stento le lacrime nella calura milanese, non vuole farsi fotografare, «non so se possa andare bene al mio datore di lavoro», con la testa è già a casa e scalpita per partire. Poco distante Manuel e Samantha. 26 e 24 anni stanno per partire. Tornano a Frosinone «dopo qualche giorno a Milano per visitare la città senza il caos che c’è durante l’anno. Un’occasione — spiegano — per un giro culturale e di shopping in centro». Perché viaggiare di notte in bus? «Perché il treno, con un cambio nel mezzo ci costava tre volte tanto. Qui ci mettiamo nove ore, ma non scendiamo mai. In più — concludono — la notte si dorme e il viaggio passa velocemente».
Tutt’attorno prosegue il flusso di chi sale dalla metropolitana di corsa perché arriva all’ultimo minuto e di chi invece ha davanti due o tre ore di attesa. Tra loro c’è Fadzlee, 32 anni, atterrato a Milano una settimana fa direttamente da Kuala Lumpur, Malesia. In patria gestisce un’attività di e-commerce di capi d’abbigliamento ed è in vacanza in Europa. «Sono arrivato a Roma la scorsa settimana — racconta — poi ho toccato Firenze e mi sono fermato tre giorni a Milano. È la seconda volta che vengo in Italia, ma la prima a Milano. Credo tornerò». Un giro turistico, insomma, «non del tutto — dice —. In patria gestisco un e-commerce di articoli di abbigliamento e non potevo mancare la visita a Milano per “rubare” qualche segreto dei marchi della moda italiana». Il suo bus è diretto a Francoforte. «Passerò qualche giorno in Germania e poi tornerò a casa». FirenzeMilano è l’asse che hanno seguito anche Ahmed e Sahmar, coppia di fidanzati yemeniti che studiano in Francia. «Stiamo tornando a casa dopo un viaggio di piacere. L’Italia prima o poi va visitata». Raggiungeranno Marsiglia in Pullman per poi far ritorno alla cittadella universitaria di Le Havre, Normandia, dove lui studia ingegneria civile e lei economia.
Nello spazio di un attraversamento c’è un mondo e un’epoca. Nino e Cristina attendono il bus che li riporterà a Modena dopo una visita a Basilea dai nipoti. Pensionati, 70 anni lui e 65 lei, sono originari della Basilicata. «Ormai viaggiamo sempre in autobus e di notte», prende la parola Cristina, nonna e mamma che appena può va a trovare figli e nipoti in Svizzera. «È più economico, più comodo e viaggiando di notte possiamo goderci la giornata con le nostre famiglie», dice Nino che con i bus notturni low cost raggiunge anche la terra d’origine quando può. E qui la banchina è anche luogo di incontro e di integrazione. Nino e Cristina hanno appena conosciuto Beatrice e il figlio Nicholas, 37 e 12 anni, originari della Somalia, ma in Italia da anni e diretti a Colonia da altri parenti migrati in passato dall’Africa all’Europa. Si sono scambiati i numeri di telefono nell’attesa e hanno già programmato la prossima visita insieme a Milano, che vista da qui è una porta aperta sul vecchio continente per viaggiatori di tutti i tipi. Comprese le due giovani coppie dirette ad Amsterdam: «Non farci la foto che i nostri genitori non lo sanno».
Da Modena Preferiamo spostarci in pullman di notte È più economico e comodo
Dallo Yemen Siamo studenti che vivono in Francia: volevamo scoprire l’Italia
Dal Lazio Periodo ottimo per visitare Milano senza traffico e caos