Corriere della Sera (Milano)

Jonathan Wilson e il pop visto da San Francisco

Jonathan Wilson cambia quartiere e atmosfere

- di Raffaella Oliva

La varietà espressiva del nuovo disco di Jonathan Wilson, il suo sesto, ha diviso la critica musicale. C’è chi sostiene che «Rare Birds» — questo il titolo dell’album uscito lo scorso marzo — perda in immediatez­za per il suo stesso fondarsi su un amalgama di stili e su continui cambi di registro. E c’è chi del musicista americano atteso stasera a Santeria Social Club apprezza gli arrangiame­nti curati in modo maniacale e la cura riservata al suono.

Del resto Wilson non è solo songwriter, cantante e chitarrist­a, è anche produttore e con un curriculum di livello: tra gli album su cui ha messo mano, l’acclamato «Pure Comedy» di Father John Misty e «Is This The Life We Really Want?», l’ultimo di Roger Waters, con cui è stato in tour. Facile intuire il perché di tante influenze fuse nello stesso disco, benché il 43enne ci tenga a sottolinea­re che «Rare Birds» rappresent­a una svolta lui: «Ho voluto fare qualcosa di davvero mio, ripescando sintetizza­tori e drum machine presenti nella musica con cui sono cresciuto negli anni Ottanta, quando ero un ragazzino e ascoltavo Peter Gabriel, gli U2 e i Talk Talk». Il che si sente. Come, a dire il vero, si sentono, tra un pezzo e l’altro, rimandi alla tradizione prog rock, echi dei Beatles e dei Pink Floyd, passaggi country e folk, momenti psichedeli­ci. C’è anche una canzone con la popstar Lana Del Rey.

In tutto ciò l’obiettivo di Wilson era uno: «Lasciarmi alle spalle l’etichetta di erede della scena musicale di Laurel Canyon». Per la cronaca, Laurel Canyon è un quartiere di Los Angeles che tra gli anni Sessanta e Settanta si era trasformat­o in una comunità di figli dei fiori e creativi attorno alla quale gravitavan­o gruppi e artisti come Frank Zappa, Jim Morrison, Crosby, Stills, Nash and Young, Joni Mi- tchell, James Taylor. Originario del North Carolina, Wilson fino al 2009 ha avuto lì il suo studio di registrazi­one e dato il gusto vintage della sua musica si è ritrovato associato a quel mondo. «Ma è un mondo lontano, passato, non è la mia vita», commenta. Dopodiché, parlando del suo studio attuale situato a Echo Park, altra zona di Los Angeles, racconta: «È zeppo di strumenti e macchinari scovati in giro, quando sono in tour mi concedo spesso acquisti di questo genere e ormai la collezione è ampia. Ho sintetizza­tori tedeschi e polacchi, e pure un Binson Echorec italiano». Ossia l’efper fetto responsabi­le del suono di alcuni vecchi album dei Pink Floyd. Così la conversazi­one si sposta sul succitato Roger Waters: «È un libro di storia ambulante, molto preso dalla politica», osserva Wilson. «Io non sento la necessità di lanciare messaggi con la mia musica, ma su una cosa gli do ragione: negli Usa, con Trump al potere, siamo nel caos».

«Rare Birds» «Ho voluto fare qualcosa di mio, con sintetizza­tori e drum machine degli anni 80»

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 ??  ?? Cantautore­Il musicista e produttore americano Jonathan Wilson, 43 anni, presenta il suo nuovo album «Rare Birds» al Santeria Social Club
Cantautore­Il musicista e produttore americano Jonathan Wilson, 43 anni, presenta il suo nuovo album «Rare Birds» al Santeria Social Club

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