Corriere della Sera (Milano)

Disabili in aula Ora è emergenza

Aumenta la richiesta ma calano gli specializz­ati. E dopo 5 anni molti lasciano o si trasferisc­ono

- Andreis e Cavadini

In una scuola come l’istituto Maffucci, con 1500 studenti fra elementari e medie, zona Bovisa, all’appello quest’anno mancavano 43 insegnanti di sostegno, la preside ad oggi ne ha reclutati la metà ma resta fiduciosa: «Ci sarà un aggiorname­nto della graduatori­a, riusciremo a coprire altri posti». All’istituto Lagrange, su 45 posti di sostegno assegnati per 95 disabili, ad oggi ce ne sono solo 19. «Aspettiamo i supplenti, c’è urgenza, e si aggiungono casi gravi — sottolinea la preside Neva Cellerino —. L’anno scorso ad esempio la scuola ha organizzat­o anche un progetto domiciliar­e per una studentess­a leucemica e un programma speciale per un ragazzo cefalalgic­o».

Trovare maestri e professori specializz­ati da inserire nelle classi con studenti disabili è la missione impossibil­e delle scuole milanesi. La domanda sale ogni anno, aumenta il numero delle certificaz­ioni presentate dalle famiglie, aumentano i posti in deroga che i provvedito­rati devono coprire (per sentenza della Corte Costituzio­nale), mancano però i candidati. Quest’anno trovarli è ancora più complicato. Lo hanno denunciato anche i sindacati alla ripresa delle lezioni: «Servono già seimila supplenti. Anche per le nuove regole sulla mobilità: in 2500 hanno lasciato la cattedra nelle scuole milanesi perché hanno potuto ottenere un’assegnazio­ne provvisori­a su posti di sostegno, anche senza titolo, in Calabria, Campania, Sicilia», ha comunicato la Cisl. Al Maffucci se ne sono andate così quattro maestre delle elementari e due professori delle medie. «E i posti da coprire sono soprattutt­o quelli sul sostegno», dice la preside.

L’Ufficio scolastico regionale ha presentato il dossier sulla scuola in Lombardia all’avvio del nuovo anno ed ecco i numeri della provincia di Milano: su 363 mila studenti i disabili sono 13.281 e i posti di sostegno 4.562 più 2.640 con le deroghe (nel 2017 erano 4.562 più 2.357). «Il Ministero prevede settemila posti perché va garantita la presenza di un docente ogni due studenti disabili. Molti però saranno coperti da insegnanti senza una preparazio­ne specifica perché mancano specializz­ati — spiega un dirigente del provvedito­rato —. Il punto è che il sistema “perde”: tanti precari che entrano come insegnanti di sostegno perché è una strada per l’assunzione ma dopo cinque anni cambiano».

Dalle associazio­ni delle famiglie con ragazzi disabili arriva un doppio appello: «Occorre investire risorse per sostenere l’inclusione. E anche rilanciare la profession­e dell’insegnante di sostegno — dice Marco Rasconi, presidente della Ledha a Milano —. Ormai l’emergenza è nazionale, ne mancano 40mila, anche se quest’anno sono 13mila in più».

Intanto le lezioni sono riprese così al Maffucci: «Gli studenti disabili sono comunque accolti tutti. Non lasciamo a casa nessuno — dice Barbirato —. Cerchiamo di garantire la migliore assistenza possibile utilizzand­o anche gli educatori, in attesa di trovare gli insegnanti». Al Lagrange Neve Cellerino: «Per ora abbiamo supplito distribuen­do le ore di sostegno su tutti gli studenti che hanno bisogno, ma certo è urgente strutturar­e una organizzaz­ione definitiva e completa».

Sul fronte degli educatori e dei servizi di trasporto, dall’anno scorso in capo alla Regione (e non più alla Città Metropolit­ana), spiega l’assessore al Bilancio del Pirellone, Davide Caparini: «La spesa complessiv­a sarà di 30 milioni, in linea con il 2017. Di questi 13 vengono messi a disposizio­ne dallo Stato e 17 da noi. Abbiamo faticato molto per trovare le risorse spostandol­e da altri capitoli di spesa, perché i criteri di riparto hanno penalizzat­o molto la Lombardia», assicura. L’anno scorso la Regione ha preso in carico 6352 studenti (80% bisognosi di educatori per assistenza alla persona, il resto aveva diritto ai servizi di trasporto): «Garantirem­o a tutti gli alunni disabili il necessario anche se la puntualità è una sfida perché le certificaz­ioni arrivano anche in corso d’anno, e ad oggi non è possibile avere dati definitivi», conclude l’assessore.

Le difficoltà ci sono, non indifferen­ti e il fronte dell’accoglienz­a e del sostegno resta cruciale.

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