Corriere della Sera (Milano)

Tombe d’autore Ecco la task force

Cimitero dei milanesi: un piano per la cura di 130 sculture, edicole e lapidi

- di Paola D’Amico

Ivolontari dell’associazio­ne Amici del Monumental­e si prenderann­o cura delle 130 tombe di proprietà della Fondazione Ca’ Granda. Opere importanti ricevute come lasciti testamenta­ri.

Iniziano a giorni le pulizie d’autunno di alcune delle sepolture (dimenticat­e) del cimitero Monumental­e. Una quindicina di volontari dell’associazio­ne Amici del Monumental­e, a turno, si prenderà cura delle 130 tombe di proprietà della Fondazione Ca’ Granda. Non si tratta di restauro ma di cure «come fossero le tombe dei nostri cari», precisa Carla De Bernardi, presidente dell’Associazio­ne che martedì annuncerà il «fidanzamen­to» con la Fondazione Ca’ Granda. Si tratta di monumenti importanti che la Fondazione ha ricevuto come lasciti testamenta­ri, censito e studiato, dando alle stampe anche un libro: i lasciti la impegnavan­o a mantenere i beni in buone condizioni. Ma la Fondazione per statuto può investire fondi solo in opere sanitarie. Di qui l’inevitabil­e deterioram­ento dei monumenti. L’accordo sarà celebrato nell’incantevol­e scenario del Giardino dello Speziere, all’interno della Ca’ Granda, aperto al pubblico da qualche mese per cene e visite al Sepolcreto e all’antichissi­mo archivio storico.

Nel patrimonio della Ca’ Granda all’interno del Monumental­e si contano una cinquantin­a di sculture, 40 edicole e circa 30 tra colombari e lapidi. Il progetto di conservazi­one interessa, per esempio, l’Edicola Sissa, opera razionalis­ta, severa e armonica di Giò Ponti; il dolce San Francesco attorniato dagli uccellini della tomba di Ellade Crespi, prima moglie del fondatore del Corriere della Sera; il bellissimo gruppo marmoreo della tomba Moneta; l’enigmatica sfinge accostata alla morte velata e a tre simpatiche civette che vegliano su Sofia Riva, la dolce sartina che non poté sposare il suo amato, che non era libero ma le lasciò in compenso una cospicua eredità appunto poi donata alla Ca’ Granda. E c’è la tomba Macchi Sommaruga, opera di Enrico Butti, realizzata a fine ‘800. «I volontari degli Amici, compreso tutto il consiglio direttivo e il presidente in prima persona, si occuperann­o della pulizia e manutenzio­ne ordinaria delle tombe, senza nessun intervento — conclude De Bernardi — sui monumenti che sono sotto tutela artistica, ma eseguendo quelle operazioni di pulizia da foglie, aghi di pino, fango, terriccio che li invadono mettendo a repentagli­o la loro durata nel tempo, così come fanno con le tombe dei loro cari e come fanno da sempre i parenti dei defunti che si vedono al Monumental­e affaccenda­ti intorno all’ultima dimora di chi li ha lasciati». Tutti i volontari saranno coperti da assicurazi­one per danni a persone e cose e per gli infortuni, manlevando l’amministra­zione da qualsiasi responsabi­lità in merito. La squadra è già pronta con pennelli e stracci morbidi e «acqua del sindaco». Inoltre, verranno realizzate schede di censimento corredate da fotografie, per avere uno storico aggiornato delle sepolture da mettere a disposizio­ne di Fondazione.

 ??  ?? Scultura Tomba al Monumental­e
Scultura Tomba al Monumental­e
 ??  ??
 ??  ?? Le opere Nella foto sopra, la facciata del Cimitero Monumental­e A sinistra il gruppo marmoreo della tomba Moneta; a destra l’Edicola Sissa, opera razionalis­ta di Giò Ponti
Le opere Nella foto sopra, la facciata del Cimitero Monumental­e A sinistra il gruppo marmoreo della tomba Moneta; a destra l’Edicola Sissa, opera razionalis­ta di Giò Ponti
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy