Quando scrivere è un gioco da ragazze (cioè da sorelle)
In libreria Le tecniche di Passera e Martignoni
Milanesi, scrittrici, sorelle: Gigi e Marisa Passera, Elena e Michela Martignoni. Le prime hanno appena pubblicato «Generi di conforto» (Tea), un libro di cucina e ricordi che presentano domani alla Feltrinelli di piazza Piemonte (ore 19) con Federico Russo e Vic. Le seconde, sotto lo pseudonimo di Emilio Martini, sono alla settima avventura del commissario Berté, «Il ritorno del Marinero» (Corbaccio) e ne parleranno giovedì 20 alla Mondadori Duomo (ore 18.30). Ma com’è lavorare con la sorella? Le Passera, che tengono anche un seguitissimo blog, hanno cercato di superare il problema assegnandosi una ricetta per una: «Però man mano che scrivevamo — sottolinea Marisa, voce di Radio Deejay e conduttrice tv, — ci facevamo degli appunti, proprio pensando a come l’avrebbe messa giù l’altra. Alla fine abbiamo deciso di non correggerci, anche se nelle parti comuni volevamo cambiarci ogni aggettivo!». Interviene Gigi, sorella maggiore: «Noi due siamo telepatiche, abito sopra di lei e anche quando non ci vediamo… ci sentiamo. Il nostro libro è un disordine organizzato, un gigantesco cestino in cui abbiamo messo tutte le cose belle e buone trovate lungo la nostra vita».
Le Martignoni, invece, dopo tanti romanzi storici e gialli, hanno acquisito una tecnica collaudata, ci dice Michela: «Prima si inventano le trame, parlando a lungo al telefono. Spesso prendiamo una strada e poi il giorno dopo la cambiamo perché non vogliamo scrivere gialli troppo scientifici, ma psicologici: riteniamo di avere l’età per conoscere bene l’animo umano e le sue devianze». «Discutiamo, litighiamo, ma condivisione e complicità hanno la meglio. La scrittura in coppia è una scuola di umiltà», conclude Elena.