Corriere della Sera (Milano)

Luca Crovi tra calcio, cassoeula e delitti

- G. air.

Si racconta che Peppino Meazza, per migliorare il tiro e su consiglio del suo allenatore Arpad Weisz, prendesse a pallonate il muro di San Vittore. Ed è quella del goleador dell’Ambrosiana Inter «L’ombra del campione» (Rizzoli), giallo di Luca Crovi (nella foto) che l’autore presenta oggi con Piero Colaprico e con le letture di Pasquale Ruju (Feltrinell­i, piazza Duomo, ore 18.30). Il romanzo ci riporta nella Milano del 1928 e chi deve indagare sulle lettere nerazzurre ricevute da Meazza e sul suo legame con il carcere milanese è il commissari­o Carlo De Vincenzi, creato negli anni Trenta da Augusto de Angelis (e col volto di Paolo Stoppa negli sceneggiat­i Rai). Dal suo ufficio di piazza San Fedele passano tante storie di vita e malavita: furti di tutti i tipi, ladri gentiluomi­ni e non, becchini, portinaie, persino un concerto del grande chitarrist­a Andrés Segovia e alcune gustose ricette (il commissari­o va pazzo per la «cassoeula»). De Vincenzi, che abita in via Massena, è testimone diretto (quasi vittima) della bomba che esplode in piazza Giulio Cesare il 12 aprile 1928. Ma ogni pagina è un viaggio (in tram) tra strade e piazze di una Milano spesso coperta dalla «scighera» e ricostruit­a in modo maniacale, come, per esempio via San Gottardo, «el borgh di formagiatt» dove si nascondono appunto formaggi e… gioielli (rubati).

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