E una coppia di autisti scende in pista a Berlino nella Formula 1 dei bus
Ciro e Maria rappresentano l’Italia alle gare di Berlino Da 27 anni in azienda. I test nel deposito di viale Sarca
Il primo Gran Premio dei migliori conducenti di bus, una sorta di Formula 1: si disputa oggi a Berlino e a rappresentare l’Italia, due autisti esperti di Atm. Velocità, destrezza nelle manovre, fermate di precisione: alla prova su mezzi di tre tipi diversi, e sperano di vincere.
Un Gran premio di F1 con gli autobus. Velocità, destrezza nelle manovre, slalom tra gli ostacoli, fermate di precisione in circuito: per la prima volta si sfidano i migliori conducenti dei mezzi d’Europa.
L’appuntamento è per oggi a Berlino: 21 squadre, 16 Paesi, in competizione le maggiori città del continente: Parigi, Madrid, Praga, Mosca. A rappresentare l’Italia è Milano, con due aspiranti campioni, entrambi dell’Atm. «I gloriosi», li chiamano già i colleghi: Ciro Garofalo, 50 anni, e Maria Giandomenico, 53, ambedue alla guida dei mezzi Atm dal secolo scorso.
Ieri sono atterrati a Berlino per esercitarsi con i circuititest: al volante di tre mezzi diversi — elettrico, double decker (a due piani) e diesel —, si misureranno in otto discipline. «Brivido emozione voglia di vincere, anzi sicurezza», scherza, carichissimo, Ciro, di fianco a Maria che invece sembra più posata: «Alla guida non la batte nessuno, pare che abbia quattro occhi e non due. Attenta a ogni dettaglio della strada, non le sfugge nulla» giura il compare. Non si conoscevano prima, li hanno scelti grazie alle segnalazioni di merito dei colleghi: tutti confidano in loro, sono considerati i migliori su strada. Hanno entrambi la patente per guidare anche i bus lunghi, fino a 18 metri — e non è banale, secondo gli esperti del settore, una «medaglia». In vista del campionato si sono allenati nei depositi di viale Sarca e
San Donato. Piste preparate ad hoc, piene di birilli e tranelli: loro andavano sicuri e spediti.
Maria, origini pugliesi, da piccola voleva «guidare sui binari di una grande città». E l’obiettivo è andato a segno, è una delle pochissime donne in Atm ad avere anche l’abilitazione ministeriale per la guida dei tram. In questo momento manovra la «99» e la «34» ma le piace cambiare spesso, ha provato anche la 90-91, «regno» del collega.
Ciro, dal canto suo, in famiglia ha una lunga tradizione di autisti: lo era il nonno, lo è diventato il papà, c’è lui e adesso anche il figlio, 23 anni, sta seguendo le orme, appassionato di tram e filovie. Abitavano a Milano, si sono trasferiti vicino Pavia ma lui non si sogna neanche di cambiare lavoro. Si sveglia sempre presto e di buona lena si mette al volante per i suoi «viaggi attraverso Milano, di incontro con la gente».
Dicono che è affabile e ama parlare con tutti, anche troppo, lo provoca la compagna di squadra. Sono affiatati, dopo gli allenamenti e la giornata di prove a Berlino. Proprio domani — per una coincidenza — festeggiano entrambi i 27 anni di servizio in Atm. Fin da bambini, avevano scelto questa carriera. Ne paiono davvero orgogliosi. E la competizione internazionale li gasa ancora di più. «Non avevo mai conosciuto autisti stranieri, anzi solo una volta, due afghani nel 2006, quando Atm donò dei mezzi a Kabul — racconta Ciro —. E a Berlino ci ero stato solo una volta, quando ancora c’era il Muro». Per Maria è la prima volta e la prende sul romantico: già pensa di dedicare l’eventuale vittoria ai «passeggeri abituali delle mie linee di bus, che sono di quartiere, ci si mette un attimo a fare amicizia».
Sono pronti, calati nel ruolo («Rappresentiamo l’Italia!») e con le tasche piene di amuleti. Ciro ha i corni napoletani, Maria dei taralli pugliesi. Promettono: «Ci porteranno fortuna».