Un romanzo di formazione a Corsico
Alberto Vignati, classe 1991, nato e cresciuto a Corsico («medie e liceo in città, laurea in Lettere Moderne alla Cattolica», precisa), oggi vive a Los Angeles, lavora come story editor per la casa di produzione di Raffaella De Laurentis, figlia di Dino, e per problemi di visto, oltre che per le quattordici ore di volo, sono due anni e mezzo che non mette piede in Italia. «Confido che il romanzo trovi ugualmente la sua strada», dice al telefono dalla casa californiana. Nel 2013 Vignati ha vinto il Campiello Giovani con il racconto «Girasole impazzito di Luce». Da quelle pagine, completamente riscritte, è nata «Alle periferie dell’impero» (Giunti), street novel ambientata a Corsico, hinterland sud ovest del capoluogo lombardo, appena arrivata in libreria. «L’idea era raccontare la periferia in modo non stereotipato», spiega, «l’ho fatto ispirandomi alla letteratura rinascimentale, ne è venuta fuori una sorta di opera epica nel mio vecchio quartiere». Due i protagonisti del romanzo: Joseph, seconda generazione (nato a Corsico da genitori africani), genio della matematica con il pallino della biologia, e il quindicenne Giuseppe, con una famiglia border, con frequentazioni al limite della legalità. «Non vorrei svelare troppo — si schermisce l’autore — diciamo solo che alla vigilia della maturità di Joseph, che frequenta il liceo scientifico, Giuseppe, a cui lui dà ripetizioni, si trova improvvisamente in pericolo. E quello è un momento cruciale, che proietta il più grande in una dimensione adulta e lo costringe a prendere una decisione non facile». Spunta, mentre parla, la parola mafia. «È sullo sfondo, per scriverne mi sono documentato, ho letto il saggio di Nando Dalla Chiesa sulla ndrangheta al nord e La Malapianta di Nicola Gratteri, ma non era mia intenzione fare una storia d’inchiesta, mi sono concentrato più sull’incontro fra i due ragazzi, così diversi, e sulla loro sorprendente amicizia».