«West Side Story» ricordando Bernstein
Tocca al pupillo John Axelrod ricordare il grande compositore con la Filarmonica della Scala e le Danze di «West Side Story»
Bernstein gli ha insegnato che è (quasi) tutta una questione di carattere. Quando, sedicenne, iniziò a suonare col grande Lenny si sentì dire: «Diventerai un direttore d’orchestra perché ami la gente e un direttore suona con le persone, sono loro il suo strumento». E nelle lunghe chiacchierate durante le prove il mitico pianista-compositore-direttore americano gli fece capire come «per cogliere la verità di certa musica, penso innanzitutto alla mia, non bisogna guardare ai contenuti, ma prima di tutto al suo carattere». John Axelrod ha fatto tesoro della sua straordinaria esperienza con Bernstein e stasera è ospite alla Scala per firmare l’omaggio della Filarmonica al maestro americano nel centenario dalla nascita. Ne interpreterà il Divertimento per orchestra e le Danze sinfoniche da «West Side Story»: «Le ho studiate con lui; proprio lavorando su questo brano mi fece capire l’importanza del carattere, dello spirito; che in lui voleva dire innanzitutto gioia. La Filarmonica mi ha confermato già dalla prima prova di essere un’orchestra fenomenale perché è subito entrata nello spirito di Bernstein. Pensavo di dover parlare tanto per farglielo capire, un po’ alla Lenny, invece ho fatto come dice Chailly: la parola con cui un direttore comunica ai suoi strumentisti è il gesto; con gli scaligeri sono bastati i gesti».
Non scontato per chi abitualmente suona Verdi e Puccini: «Ma Bernstein è anche Puccini, in lui c’è tanto lirismo e l’operista toscano era uno dei suoi autori prediletti. Nel 2006 ho avuto l’onore di far coincidere il mio debutto al Piermarini col debutto alla Scala di “Candide”, in un allestimento memorabile di Carsen: vi ho contato 52 citazioni di altri autori, tutte fatte con l’ironia, il sorriso e la leggerezza tipiche del mio maestro». È questo particolare aspetto che collega l’altra parte del programma, dedicata a Luciano Berio con le «Quattro versioni originali della Ritirata notturna di Madrid di Boccherini» e la Sinfonia per otto voci e strumenti che il compositore ligure dedicò proprio a Bernstein cinquant’anni fa; solisti della “prima”, con Berio sul podio della New York Philharmonic, sono gli stessi solisti di stasera, i Swingle Singers. «Anche Berio amava fare tantissime citazioni e la Sinfonia ne è piena, ma a differenza di Bernstein, che riusciva a essere sempre ironico, lui è tremendamente serio; me lo faceva notare Lenny, che amava quest’opera e la diresse mentre ero con lui». Axelrod ha imparato anche un altro amore dal maestro, quello per la tavola: «Ho creato un mio sito, “Italiano vero”, dove indico i migliori ristoranti italiani che ho provato girando il mondo; e ogni volta che arrivo qui cerco di scoprirne qualcuno nuovo. Venerdì sera sono stato a “Il luogo di Aimo e Nadia”, dove ho mangiato benissimo e ho assaggiato un Amarone del 2009 strepitoso».
A cappella
Ad aprire il programma la Sinfonia per otto voci e orchestra di Berio con i Swingle Singers