Sonia Bergamasco al Cenacolo con un omaggio a Fernanda Wittgens «Fu l’anima di Brera nel Dopoguerra»
Sonia Bergamasco rievoca la figura battagliera di Fernanda Wittgens prima soprintendente di Brera nella Milano distrutta dalle bombe
«Il Cenacolo è salvo!» si legge nei documenti del dopoguerra, ma chi si adoperò per proteggere la straordinaria opera di Leonardo e i nostri monumenti storici dai bombardamenti del 1943 e del 1944? Tra i nomi della squadra in azione, spicca quello di Fernanda Wittgens, intellettuale antifascista milanese, vittima delle leggi razziali, la prima donna Soprintendente alle Gallerie di Milano e la prima donna in Italia a vincere un tale concorso nel 1940. Al coraggio delle sue scelte politiche il Piccolo Teatro dedica «Il miracolo
La protagonista «Non solo una studiosa raffinata, ma una donna capace di unire cuore e ragione»
della cena», tre serate interpretate da Sonia Bergamasco per la regia di Marco Rampoldi. La prima, a invito, è domani nella cornice unica del Cenacolo Vinciano, una lettura da ascoltare in cuffia per non danneggiare il capolavoro (alle ore 19.30 tra gli ospiti il ministro Alberto Bonisoli e il sindaco Giuseppe Sala, ore 21 ingresso riservato agli studenti).
Sono invece aperte al pubblico le repliche al Piccolo Teatro Grassi, mercoledì e giovedì. Uno spettacolo fatto di documenti, video e lettere dal carcere, dove arte, storia e impegno sono una cosa sola. «Difendere la bellezza e salvare vite umane, sono state le priorità di Fernanda Wittgens», dice Sergio Escobar. «Ricordo che lei finì nel carcere di San Vittore non in quanto ebrea, ma per aver sottratto dalla deportazione più di 800 persone. La sua biografia non è solo quella di una donna, ma anche di un’idea e del coraggio che ci vuole per sostenerla». Una storia importante da condividere con la città, un altro modo di raccontare «L’ultima cena» di Leonardo, «oltre al prodigio di quell’opera salva in una Milano che crolla sotto le bombe», afferma il regista, «qui si racconta il gioco di potere tra la nostra Sopraintendente e la Francia che voleva portare via il dipinto», «Ma c’è di più», interviene Escobar, «c’è anche la presa di responsabilità di Fernanda che decise di far usare il bisturi a Mauro Pelliccioli per togliere la patina nera che ricopriva la tela dopo i bombardamenti e far riemergere i colori di Leonardo».
Una donna autorevole Fernanda, dal carattere non facile, una personalità che ha subito affascinato Sonia Bergamasco. «Sono orgogliosa di dar voce a questa figura femminile», afferma l’attrice «Fernanda Wittgens non è solo una raffinata studiosa, è una leonessa, il suo agire è una risposta su come affrontare i problemi, nella lettera scritta dal carcere è chiara: “Quando crolla una civiltà e l’uomo diventa belva, chi ha il compito di difendere gli ideali, di continuare ad affermare che gli uomini sono fratelli, anche se per questo dovrà pagare? Sarebbe troppo bello essere intellettuale in tempi pacifici, e diventare codardi, o anche semplicemente neutri, quando c’è un pericolo”. Fernanda è una donna che sa cosa significa unire cuore e ragione».