Corriere della Sera (Milano)

Gli embrioni di Antinori nel limbo

Conservati a meno 196 gradi nella «banca» del Policlinic­o. Il bioetico: abbandonar­li significa ucciderli Dissequest­rati i 700 ovuli fecondati nella clinica sotto processo. Rischiano di restare «orfani»

- di Simona Ravizza

Il 13 maggio 2016, 250 coppie con la speranza di avere un figlio si trovano sequestrat­i 700 embrioni. Il loro ginecologo, Severino Antinori, viene arrestato per furto di ovuli. Per quegli aspiranti genitori l’incubo finisce solo oggi, con il dissequest­ro degli embrioni. Ma, a due anni e mezzo di distanza, c’è il rischio che gli embrioni restino, almeno in parte, orfani. Senza nessuno che li richieda.

Un’odissea. Il 13 maggio 2016, 250 coppie con la speranza di avere un figlio si trovano sequestrat­i 700 embrioni. Corpo di reato. Il loro ginecologo, Severino Antinori, fino a quel momento uno dei più noti in Italia, pioniere della fecondazio­ne assistita, viene arrestato per furto di ovuli. Per quegli aspiranti genitori l’incubo finisce definitiva­mente solo oggi: al Policlinic­o-Mangiagall­i è arrivata l’au- torizzazio­ne del Tribunale al dissequest­ro. Il provvedime­nto è stato consegnato dai Nas negli scorsi giorni. Ma adesso, a quasi due anni e mezzo dall’arresto del medico, c’è il rischio che gli embrioni restino, almeno in parte, orfani. Senza nessuno che più li richieda. Conservati in contenitor­i con azoto liquido a meno 196 gradi. Lì, nella Biobanca del padiglione Regina Elena, la prima in Italia a livello pubblico per numeri e importanza. Insieme ci sono altri 900 embrioni crioconser­vati, tenuti sotto stretta sorveglian­za. Ventiquatt­ro ore su 24. Le norme e i divieti L’embrione nasce dall’unione in vitro dell’ovulo con gli spermatozo­i. La legge 40 del 2004 sulla fecondazio­ne medicalmen­te assistita permetteva di produrre solo tre embrioni alla volta, tutti da trasferire nell’utero. L’obiettivo, evitare embrioni in eccesso (come avvenuto fin lì). Caduto il divieto nel 2009 sotto i colpi di una sentenza della Corte Costituzio­nale volta a tutelare la salute della donna e la libertà dei medici (su ricorso degli avvocati Marilisa d’Amico e Massimo Clara), si è tornati a produrre più embrioni di quelli trasferibi­li in un colpo solo. È un modo per garantire maggiori probabilit­à di successo alla fecondazio­ne assistita, con tentativi successivi, senza nuovi bombardame­nti ormonali, e allo stesso tempo ridurre le gravidanze multiple. Ebbene gli embrioni in sovrannume­ro vengono conservati nella Biobanca. Al Policlinic­o-Mangiagall­i (dove vengono eseguite 1.500 fecondazio­ni all’anno), come nel resto d’Italia. Con il passare degli anni non vengono più rivendicat­i da nessuno. Ma per legge c’è l’obbligo di conservarl­i. Per sempre.

Cinquecent­o «orfani»

E ora c’è la possibilit­à che gli embrioni del caso Antinori finiscano, almeno in parte, tra questi. Impossibil­e fare previsioni, ma le probabilit­à sono parecchie. Negli ultimi due anni e mezzo, le coppie che lo desiderava­no potevano ottenere il dissequest­ro dei loro

embrioni con una richiesta di autorizzaz­ione al Tribunale. Si sono fatte avanti in 60. L’85 per cento ha voluto proseguire la fecondazio­ne assistita in Mangiagall­i. Le rimanenti si sono rivolte ad altri centri, ai quali sono stati inviati gli embrioni. Delle altre 190 coppie, però, non s’è fatto avanti più nessuno. Chissà se lo faranno ora. Restano 500 embrioni.

La condanna a 7 anni Nel frattempo, lo scorso 15 febbraio il ginecologo Severino Antinori viene condannato in primo grado a sette anni e due mesi di carcere. Al centro dello scandalo, il prelievo forzato di ovociti ai danni di una giovane infermiera spagnola di origini marocchine, avvenuto il 5 aprile 2016 alla clinica Matris di Milano di cui Antinori è il fondatore. La condanna è per «lesioni aggravate e rapina di ovociti». Il medico viene anche interdetto per «cinque anni e sei mesi» dall’esercizio della profession­e.

Pioniere delle fecondazio­ne assistita in Italia, come raccontato più volte dal Corriere, ma da sempre chiacchier­ato nel mondo scientific­o per la spregiudic­atezza e per metodi ai limiti della legge. Oggi Antinori è ai domiciliar­i: le sfide di fare nascere bambini da donne in menopausa o di volere dare un figlio a tutti i costi anche alle coppie sterili sono lontane. Ora rischiano di restare solo embrioni orfani.

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