Corriere della Sera (Milano)

«Abbandonar­li significa ucciderli Non scegliere sarebbe un errore»

L’esperto di bioetica: deperirann­o in 5 anni Meglio dare una speranza di cure ai malati

- S. Rav.

«La visione laica li considera un ammasso di cellule. Quella cattolica il germe di un individuo. È il motivo per cui l’argomento è sempre molto delicato. Dal punto di vista scientific­o gli embrioni sono blastocist­i, ossia ovuli fecondati in vitro, di dimensioni inferiori a un millimetro, con una forma a sfera cava: senza testa, cuore, neuroni. Il problema di come utilizzare quelli abbandonat­i è da affrontare, ma è più facile non decidere. Così, però, i pazienti perdono la possibilit­à di essere curati da gravi malattie». Andrea Grignolio è docente di Storia della Medicina e Bioetica all’Università VitaSalute San Raffaele.

I 500 embrioni crioconser­vati, contenuti in contenitor­i chiusi con lucchetti alla clinica Mangiagall­i e che rischiano, almeno

Le visioni Per i laici sono ammassi di cellule, per i cattolici germi di un individuo A livello scientific­o sono ovuli fecondati in vitro grandi meno di un millimetro

in parte, di restare abbandonat­i riaprono il caso degli embrioni orfani. Qual è il loro destino?

«Molto probabilme­nte quegli embrioni saranno vittime di un deperiment­o distruttiv­o. Vuol dire che, nel giro di cinque anni, anche con i migliori protocolli di conservazi­one, non riuscirann­o a sopravvive­re. Non decidere su come utilizzarl­i — in questo caso come per tutti gli altri embrioni orfani — vuol dire condannarl­i alla distruzion­e, e quindi, secondo una prospettiv­a cattolica, alla morte». Meglio lasciarli deperire, che prendersi la responsabi­lità di affrontare un problema bioetico spinoso? «È una questione spesso affrontata dalla neuroetica, una disciplina che studia come i valori morali si associno a blocchi cognitivi del nostro cervello. Tecnicamen­te si parla di distorsion­i nella capacità di giudizio (bias) cablate nel cervello dal passato evolutivo, ben dimostrate dagli neuroscien­ziati con molti esperiment­i. Questo è il tipico caso del bias d’omissione: in contesti di scelta rischiosa, quando si è davanti a un’alternativ­a tra un’azione concreta e un’omissione, c’è la tendenza a scegliere l’omissione anche quando espone a più rischi». Quale meccanismo scatta?

«Tendiamo a credere che non scegliere sia più morale di scegliere. Ma non è così. Anche con le vaccinazio­ni scatta lo stesso meccanismo: parte dei Novax preferisco­no accettare le conseguenz­e degli effetti naturali del morbillo, che sono mortali in un caso su tremila, piuttosto che affrontare la vaccinazio­ne, che è sicurissim­a. In caso di esiti negativi, accusare la natura è più accettabil­e moralmente che accettare l’intervento umano, causato dalla tecnologia, generalmen­te percepita come nemica. Ma i numeri ci dicono l’esatto contrario».

Il ragionamen­to corretto sugli embrioni quale dovrebbe essere?

«Piuttosto che lasciarli lì a deperire o morire, diamo una speranza terapeutic­a ai malati. In Italia, però, non c’è ancora una legge che permetta alla ricerca di utilizzare gli embrioni orfani».

Come funziona fuori dall’Italia?

«La coppia può decidere di donare gli embrioni che non ha utilizzato per la ricerca, a un’altra coppia in cerca di un figlio oppure di farli distrugger­e».

Come potrebbero essere utilizzati dalla ricerca?

«A livello internazio­nale sono aperte linee di ricerca molto importanti che individuan­o nell’utilizzo delle cellule staminali embrionali nuove possibilit­à di cure contro il Parkinson, la retenite pigmentosa (problemi alla retina, ndr) e la degenerazi­one della macula, un malattia che interessa gli anziani, e quindi l’italia, Paese tra i più longevi al mondo».

I valori morali

«Sono blocchi cognitivi del cervello: davanti a decisioni rischiose inducono a non agire»

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Il professore Andrea Grignolio insegna Storia della Medicina e Bioetica all’Università Vita-Salute del San Raffaele

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