Rivolta nel carcere di Busto Fiamme e dieci agenti feriti
Alcuni detenuti hanno tentato di dar fuoco a una delle celle Il direttore: in venticinque anni mai accaduto qualcosa di simile
VARESE Bombole del gas da campeggio utilizzate per appiccare il fuoco, spintoni e botte, tanto da mandare dieci agenti di polizia penitenziaria al pronto soccorso, due dei quali feriti in modo serio. Un vero e proprio principio di rivolta è quello scoppiato nel carcere di Busto Arsizio verso l’ora di pranzo di ieri. Tutto è partito dalle intemperanze di un detenuto di origini egiziane di 29 anni. Un tipo violento che aveva aggredito un compagno di cella e per questo attorno alle 12 stava per essere trasferito. Ma è riuscito a liberarsi e in un attimo ha raggiunto le celle degli altri detenuti, anche loro nordafricani, che l’hanno aiutato nel suo intento, quello di appiccare un incendio all’interno del carcere passandogli attraverso le sbarre alcune bombole del gas accese: i complici sono detenuti in «regime chiuso» e stanno in cella durante tutto il periodo diurno.
Sul posto sono arrivati numerosi agenti di polizia penitenziaria che hanno domato con gli estintori il principio d’incendio che si stava sviluppando nelle celle: alcuni sono rimasti intossicati, altri contusi nel parapiglia che ne è seguito. Un sovrintendente si è fratturato una mano: dovrà essere operato ed il referto del pronto soccorso parla di 45 giorni di prognosi mentre un collega, fortemente contuso, è stato dichiarato guaribile in venti giorni. Anche i tre detenuti sono finiti all’ospedale: verranno trasferiti in un’altra struttura.
Ora si attende una relazione dettagliata dell’accaduto che sarà inviata al provveditorato regionale dell’amministrazione penitenziaria di Milano, organo del ministero della Giustizia che sovrintende le carceri regionali. In parallelo partirà l’indagine della Procura: oltraggio a pubblico ufficiale, minacce aggravate da armi improprie, danneggiamento aggravato da incendio e lesioni personali sono i reati sui quali probabilmente si muoverà l’azione penale. «Un fatto grave — ha commentato Orazio Sorrentini, direttore del carcere — ma che gli agenti hanno saputo gestire con sangue freddo e grande professionalità: negli ultimi 25 anni non era mai accaduto un episodio simile».
Il carcere di Busto Arsizio ha una capienza di 250 detenuti a fronte di una popolazione carceraria che al momento conta 420 presenze. Secondo Paolo Delli Veneri, segretario regionale del sindacato Uil polizia penitenziaria, «l’episodio è l’ennesimo che si verifica in istituto di pena italiano. La cronaca quotidiana ci racconta di casi gravissimi di insubordinazione, con conseguenze rilevanti su tutti gli operatori penitenziari. In questo contesto disastroso opera la polizia penitenziaria che paga le scellerate scelte dei governi che si sono succeduti negli ultimi anni che hanno portato ad un taglio degli organici».
Solidarietà agli agenti di polizia penitenziaria coinvolti è giunta in serata anche dal mondo della politica regionale alla fine di una giornata in cui il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede era a Milano, dove al carcere di San Vittore è stato sottoscritto un protocollo per l’inclusione sociale dei detenuti.