Corriere della Sera (Milano)

DIPLOMAZIE SUL FRONTE DEI GIOCHI

- Di Daniele Dallera

«Avanti così». È la parola d’ordine di Milano & Cortina in nome dell’Olimpiade invernale 2026. Una candidatur­a che ha trovato una maggiore armonia perdendo per strada Torino e ulteriore forza guardando in casa degli altri. Ma come, il tavolino olimpico tricolore dovrebbe traballare dopo la rottura del piedistall­o torinese. Non solo, per adesso la cassaforte governativ­a rispetto alla missione di Milano & Cortina, è chiusa, blindata. Invece, la coppia a Cinque Cerchi è ben disposta, ha ritrovato un suo sorriso, Cortina e il governator­e Zaia non vedono l’ora, ma anche Milano e il sindaco Sala pare si siano tolti un peso. Perché questa botta di ottimismo? Dove e come nasce? Anche osservando dispiaceri e problemi in casa altrui, delle candidate avversarie. A Stoccolma (Svezia) litigano che è un piacere, il sostegno politico a livello centrale, giorno dopo giorno, si sta sempre più indebolend­o. Calgary (Canada) teme il referendum del 13 novembre perché il fronte del «No all’Olimpiade» rischia di diventare maggioranz­a. Per finire Erzurum (Turchia) ha in programma di sconfinare a Sochi (Russia) dove troverebbe ospitalità per le gare di bob e slittino: il comitato olimpico internazio­nale (Cio) non la giudica una grande idea, naturalmen­te dal punto di vista politico. Ora non resta che andare a Buenos Aires per la sessione del Cio (8-9 ottobre) dove ci sarà un intenso lavoro diplomatic­o: e qui gli uomini del Coni sono maestri.

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