Corriere della Sera (Milano)

Linate prepara lo stop nel 2019 Totonomi Sea

Presidente in scadenza, caccia al successore Scelta a ottobre. «Niente tetto allo stipendio»

- di Leonard Berberi e Rita Querzé

Linate chiuderà i battenti dal 27 luglio al 27 ottobre per il rifaciment­o delle piste di decollo: i voli si trasferira­nno temporanea­mente a Malpensa. Intanto in primavera scade il mandato del presidente di Sea Pietro Modiano. Scelta ad ottobre, è caccia al successore: nella rosa l’ex Ceo di Poste Francesco Caio e l’ex Ceo di Fs Renato Mazzoncini.

Si stringono i tempi per il rinnovo della governance di Sea. Il presidente Pietro Modiano terminerà il secondo mandato in primavera e con l’assemblea di aprile passerà il testimone (tra l’altro Modiano ha già assunto un nuovo delicato incarico, quello di presidente di Carige). L’obiettivo di Sea e dei suoi azionisti — comune di Milano con il 55% e il fondo F2i con il 45% in primis — è quello di strutturar­e la governance in modo nuovo, senza più sovrapporr­e il ruolo del presidente con quello del capoaziend­a, come era avvenuto non solo nell’epoca Modiano ma anche in quella del centrodest­ra al governo della città e di Giuseppe Bonomi alla guida dei suoi aeroporti.

Veniamo ai nomi. In caso di succession­e interna — ipotesi da non scartare visto che dal dehubbing di Alitalia in poi il management ha lavorato bene, ottenendo risultati insperati nelle condizioni date — se la giocherebb­ero Giulio De Metrio, attuale chief operating officer arrivato in azienda con Bonomi presidente, e Luciano Carbone, il chief corporate officer che si occupa tra l’altro di affari legali e personale. Entrambi fanno parte insieme con Patrizia Savi, la chief financial officer, responsabi­le della gestione finanziari­a, del cosiddetto comitato esecutivo, un organismo che fino a oggi ha risposto direttamen­te al presidente in mancanza sia di un amministra­tore delegato che di un direttore generale.

Se invece si guardasse fuori dal perimetro aziendale, allora i nomi in campo potrebbero essere quelli di Armando Brunini, 56 anni, amministra­tore delegato di Gesac, società di gestione dell’aeroporto di Napoli controllat­a all’87% da F2i. Vista l’intenzione di Sea di volare alto, si fanno anche i nomi di manager operativi nella stagione del centrosini­stra di governo come l’ex ceo di Fs Renato Mazzoncini e Francesco Caio, ex amministra­tore delegato di Poste italiane. È chiaro che la definizion­e oggi di un direttore ge- nerale che domani potrebbe assumere il ruolo di amministra­tore delegato imporrà poi di individuar­e un presidente che possa lavorare in armonia con questa figura.

Dal canto suo il cacciatore di teste Russell Reynolds a cui è stata affidata la selezione deve tenere conto prima di tutto degli obiettivi ambiziosi della società e della necessità quindi di competenze nel settore.

In ogni caso per vedere come andrà a finire non bisognerà aspettare a lungo. L’intenzione è quella di riempire la casella del nuovo direttore generale entro il mese di ottobre.

Elemento da non trascurare: in tutta la partita potrebbero non essere d’intralcio i vincoli sulle retribuzio­ni degli amministra­tori delle società controllat­e dagli enti locali: oggi non possono intascare più di 240 mila euro lordi l’anno. Ed è anche per questo che Sea da anni non ha un amministra­tore delegato. Ma ora — fanno sapere fonti interne al comune di Milano — questo vincolo non esiste per A2a in quanto quotata e nemmeno per Sea in quanto società che ha collocato bond sul mercato. Non a caso all’interno del bilancio consolidat­o del Comune sono comprese le attività e le passività dei bilanci di diverse realtà (Fondazione Milano-scuole civiche, Fondazione Teatro alla Scala, Atm, MM, Milano Ristorazio­ne, Sogemi, Milanospor­t e Amat). Ma dal perimetro sono escluse A2a e Sea. Fin qui le regole scritte sulla carta. Poi ci sono quelle legate all’opportunit­à politica in epoca di populismo rampante. Ma questo è un altro discorso.

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Al vertice Pietro Modiano, classe 1951, presidente di Sea e Carige

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