Corriere della Sera (Milano)

Anziana violentata C’è un sospettato

Straniero portato in Questura

- di Andrea Galli e Gianni Santucci

C’è un sospettato in Que- stura per la rapina e la violenza sessuale ai danni di una settantenn­e nella periferia Nord, tra Affori e la Bovisa- sca. Gli investigat­ori della squadra Mobile hanno individuat­o un uomo dell’Est Europa, forse un romeno: potrebbe essere il responsabi­le dell’agguato avvenuto nella mattinata di venerdì 21 settembre, forse nello stesso palazzo dove abita la vittima. Gli esperti della Scientific­a avevano lavorato sulle impronte digitali e le tracce biologiche; analizzati i filmati delle telecamere di tutto il quartiere, alla ricerca di elementi utili alla caccia.

Un uomo dell’Est Europa, forse di nazionalit­à romena, è stato individuat­o dalla squadra Mobile e trasferito negli uffici della Questura: è sospettato di aver rapinato e violentato la settantenn­e che vive nella periferia Nord di Milano, tra Affori e la Bovisasca.

La svolta nella caccia, arrivata ieri pomeriggio, otto giorni dopo l’aggression­e, e trapelata in tarda serata, poggerebbe su elementi giudicati «significat­ivi» dagli investigat­ori. Ma gli accertamen­ti proseguono in attesa del successivo passaggio: potrebbe esser formalizza­to un provvedime­nto di fermo oppure l’immigrato potrebbe venire scagionato. L’inchiesta è coordinata dal pm Gianluca Prisco e dal procurator­e aggiunto responsabi­le delle «fasce deboli», Letizia Mannella.

Tutto era avvenuto nella mattinata di venerdì 21 settembre, forse nello stesso condominio della vittima, la quale inizialmen­te, nelle «intenzioni» del balordo, doveva essere «soltanto» rapinata. Ma poi, forse in consideraz­ione dello stato di choc in cui era precipitat­a e nell’assenza prolungata di testimoni, il piano criminale era tragicamen­te degenerato. Agli agenti guidati dal capo della Mobile Lorenzo Bucossi, la donna aveva fornito una descrizion­e, sembrerebb­e parziale, del violentato­re. Sulla scena del crimine, gli esperti della Scientific­a avevano cercato impronte e tracce biologiche. Erano stati analizzati i filmati delle telecamere del quartiere, in un orario compatibil­e con la violenza per «cristalliz­zare» le persone transitate in arrivo e in uscita. Analogo scrupolo era stato riservato al lavoro di strada, con l’ascolto dei confidenti e l’esame del sottobosco di degrado umano che tira sera in quella zona. Una delle ipotesi degli inquirenti era legata allo scenario di un uomo «stanziale», uno che vaga in cerca di obiettivi indifesi e dunque facili, quali sono le anziane residenti. Un altro fronte operativo aveva monitorato il traffico dei telefonini e le celle agganciate, sempre che l’aggressore ne avesse uno, ma senza escludere l’eventualit­à, qualora tenesse un cellulare, che l’avesse buttato o rivenduto.

Uno scenario investigat­ivo non agevole da decriptare, con il rischio concreto che il balordo sparisse, cambiando città e magari tornando nell’Est Europa, per lasciarsi dietro il vuoto e sfruttare la non sempre tempestiva cooperazio­ne tra le diverse nazioni. La polizia era intervenut­a dopo la chiamata della donna, quando il balordo se n’era andato: un lasso temporale non ampio ma già dirimente per una rapida soluzione del caso.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy