In Santeria
L’amica geniale, Baby e Who is America L’inarrestabile ascesa delle serie tv nel primo festival che sfida il cinema
Ènoto a tutti che oggi lo spettatore comune, in taxi, in ufficio, in tram e al bar, parla più volentieri di una serie piuttosto che di un film, perché hanno preso sociologicamente il posto del cinema attraverso canali di diffusione globali. Partendo da questa constatazione, due giornalisti come Marina Pierri e Giorgio Viaro, metti una sera a cena, si sono inventati il Festival delle serie Tv, a Milano, dall’11 al 14 ottobre. Direttori in sintonia: «Il mondo della serialità è dominante», dice Viaro; «Il momento è molto favorevole», ribatte la collega», produzioni come I Medici, L’amica geniale, Il miracolo, Suburra e altri ne sono la prova». Le serie hanno la vitalità e spesso anche la qualità del cinema degli anni d’oro: oggi alcune di queste, come «Downtown Abbey», «I Soprano» o «Mad men» sono di livello decisamente superiore.
La gente si appassiona alla serialità, come già accadde con la grande letteratura ottocentesca, con il cinema anni 10 o coi fumetti. «È un fenomeno che iniziò in realtà quando è cambiato il concetto di palinsesto — dice Viaro — perché oggi puoi consumare qualunque cosa in qualunque momento, anche in modo compulsivo come le serie esigono. Sentivamo che c’era un vuoto e un bisogno e abbiamo parlato con l’imprenditore Mauro del Rio, preso i contatti con tutti i gruppi, da Amazon a Netflix (che vediamo spesso anche nei titoli dei film in sala), Discovery, Fox network, Infinity, Rai, Sky e TimVision. La sede è Santeria Social Club, c’è una sala per proiezioni e una per chiacchiere e bere». Ma che tipo di pubblico oggi guarda «Breaking bad» o «La casa di carta»? «È trasversale — dice la Pierri — quando incontri qualcuno si chiede quale serie stia guardando, serve a rompere il ghiaccio e consente di trovare punti di contatto».
Organizzatori contenti della partecipazione italiana: il festival si chiude con l’anteprima di «Le terrificanti avventure di Sabrina» (prodotto Netflix, tendente all’horror, star una strega) e la presenza di protagonisti come il regista e sceneggiatore di «Boris» Mattia Torre e Ivan Cotroneo che racconterà la «Compagnia del cigno» (Rai). Qualità made in Italy? «Già espressa con Suburra e Il miracolo, ha grande potenzialità di crescita anche se come sempre nell’industria audiovisiva noi siamo un po’ in ritardo», spiega Viario che si augura comunque un livello qualitativo medio alto. Con una certa selezione di anteprime fra cui «Killing Eve» (Timvision), «Kidding» (Sky) di Gondry con Jim Carrey, «Romanoffs» (Amazon Prime Video) dell’autore di «Mad men» Matthew Weiner con la Huppert. Si vedranno le prime immagini di «Baby» di Andrea De Sica e Anna Negri sulle adolescenti romane, mentre Bradley James, ex mago Merlino, già star dei «Medici» illustrerà il sequel della serie fiorentina della Rai, mentre la Spagna molto emergente porta «Elite» (Netflix). Molta curiosità per «Who is America» ideata e diretta da Sacha Baron Cohen, radiografia dell’America trumpiana. Quali sono per i due ideatori le serie di cui non si può fare? «The marvelous mrs. Maisel» su Amazon e la vecchia gloria «Lost» per la Pierri, mentre Viaro predilige come serie cult «Breaking bead». «La vera prova della vitalità del genere è che attori e registi di fama cinematografica sono ora nelle serie, come la Emma Stone di Maniac».