Lodi e Vigevano, il regolamento mensa tra disagi e cortei
Dal Senegal all’Ecuador, «siamo tutti lodigiani». Con questo slogan, in 500 ieri pomeriggio hanno manifestato per le vie di Lodi per dire con forza che «i bambini sono tutti uguali». La protesta è stata promossa dal «Coordinamento Uguali Doveri» contro «il regolamento discriminatorio nei confronti dei cittadini extra Ue» introdotto dalla sindaca leghista Sara Casanova sulle agevolazioni per la mensa e gli altri servizi scolastici. Il corteo, pacifico e colorato, è stato animato da tante famiglie straniere e italiane, e si è concluso in piazza Castello. Qui sono stati spiegati i motivi della contestazione e alcune mamme straniere hanno portato la loro testimonianza sulla diversità di trattamento rispetto agli italiani.
Dopo Lodi, anche a Vigevano, in provincia di Pavia, il ferreo regolamento comunale sui servizi scolastici dei figli di extracomunitari sta creando disagi: 20, solo negli ultimi giorni, le famiglie che si sono
In 500 presentate agli sportelli dell’associazione «L’Articolo3 vale anche per Me», che aiuta i genitori che non sono in grado di sostenere il costo di pasti e scuolabus per materne ed elementari:«Dal 2013 abbiamo raccolto 85.132 euro e aiutato 529 bambini, 74 solo nell’ultimo anno — spiega Amalia Trifogli, presidente dell’associazione —. Ora i problemi si moltiplicano perché non tutti riescono a reperire quel documento».
Senza Isee e certificato si finisce in massima fascia, e la retta passa da 3,60 a 6 euro al giorno: quando il debito supera i 120 euro il bambino resta senza pasto. Nessuna retromarcia dal sindaco leghista Andrea Sala:«La normativa è ben recepita: per accedere alle tariffe agevolate dobbiamo conoscere la situazione patrimoniale di ogni famiglia. È una questione di giustizia sociale»