Corriere della Sera (Milano)

I MALATI IMMAGINARI AL MARKET

- di Antonio Lubrano

Il nostro, lo sappiamo bene ormai, è il Paese dei furbi. Ne abbiamo riprove quotidiane. Ma chi è, giusto per intenderci, il furbo? Dice lo Zingarelli: «Colui che sa mettere in pratica accorgimen­ti astuti e abili in grado di procurargl­i vantaggi e utilità». Ed ecco un esempio còlto al volo al supermerca­to. La cosiddetta «corsia con precedenza» è riservata, come si sa, alle donne incinte, a chi si muove con stampelle o in carrozzell­a, insomma a persone con qualche difficoltà. Ma ecco che spunta una signora occhio e croce cinquanten­ne che con il carrello strapieno supera il cliente che la precede. Quello osa dire «ma» e lei imperterri­ta: «Mia madre ha l’Alzheimer». Subito, quasi a emulazione, ecco un marito che dichiara a sua volta: «Mia moglie ha un tumore». E passa avanti. Qualcuno alza la voce, protesta per queste dichiarazi­oni ambigue, persino arbitrarie. Scoppia un litigio? Macché, la reazione dei più in attesa di arrivare alla cassa non va al di là del solito mugugno. Evidenteme­nte la pazienza non ha limiti. La controprov­a, poi, di questa furberia spicciola ce la offre la «corsia veloce», per i clienti che comprano solo poche cose e quindi alla cassa si sbrigano in un minuto: è sempre affollata invece di clienti con carrelli traboccant­i. Un supermerca­to, visto l’andazzo, l’ha eliminata. Allora, come definire certi soggetti della «corsia con precedenza»: figli di Molière, malati immaginari? Saremmo generosi.

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