I MALATI IMMAGINARI AL MARKET
Il nostro, lo sappiamo bene ormai, è il Paese dei furbi. Ne abbiamo riprove quotidiane. Ma chi è, giusto per intenderci, il furbo? Dice lo Zingarelli: «Colui che sa mettere in pratica accorgimenti astuti e abili in grado di procurargli vantaggi e utilità». Ed ecco un esempio còlto al volo al supermercato. La cosiddetta «corsia con precedenza» è riservata, come si sa, alle donne incinte, a chi si muove con stampelle o in carrozzella, insomma a persone con qualche difficoltà. Ma ecco che spunta una signora occhio e croce cinquantenne che con il carrello strapieno supera il cliente che la precede. Quello osa dire «ma» e lei imperterrita: «Mia madre ha l’Alzheimer». Subito, quasi a emulazione, ecco un marito che dichiara a sua volta: «Mia moglie ha un tumore». E passa avanti. Qualcuno alza la voce, protesta per queste dichiarazioni ambigue, persino arbitrarie. Scoppia un litigio? Macché, la reazione dei più in attesa di arrivare alla cassa non va al di là del solito mugugno. Evidentemente la pazienza non ha limiti. La controprova, poi, di questa furberia spicciola ce la offre la «corsia veloce», per i clienti che comprano solo poche cose e quindi alla cassa si sbrigano in un minuto: è sempre affollata invece di clienti con carrelli traboccanti. Un supermercato, visto l’andazzo, l’ha eliminata. Allora, come definire certi soggetti della «corsia con precedenza»: figli di Molière, malati immaginari? Saremmo generosi.