Anche gli orsi si abbracciano
Alla Fondazione Matalon gli scatti di «Wildlife photograher of the year» Una selezione di 100 immagini in difesa della natura e dei suoi equilibri
La natura come Eden meraviglioso? Un sogno da scordare. Piuttosto la natura come ambiente ferito dall’uomo e dai suoi irresponsabili interventi. Quest’anno la 53esima edizione del concorso «Wildlife photographer of the year» non si limita a presentare immagini sorprendenti e suggestive ma le accosta a testimonianze dure, di forte impatto emotivo, sempre corredate da esaurienti didascalie. Emblematica la scelta dell’immagine vincitrice in assoluto: il premio è stato assegnato al fotografo sudafricano Brent Stirton che ha ritratto all’interno del parco Hluhluwe Imfolozi un rinoceronte nero morente, il muso squarciato dalla barbara mutilazione del corno. Documento drammatico di una strage legata a superstizione e ignoranza: in Cina si crede che il corno abbia potere afrodisiaco e curativo. Primo arrivato nella categoria giovani l’olandese 17enne Daniel Nelson con un’immagine più serena ma comunque emblematica: un giovane gorilla ripreso in Congo, felicemente sdraiato nel verde con un frutto ai piedi, diventa simbolo del legame indissolubile tra conservazione dell’habitat e sopravvivenza del regno animale.
Ospite della Fondazione Matalon a cura di Roberto Di Leo di Associazione Radicediunopercento, la mostra prosegue presentando le altre 98 fotografie selezionate tra i 50mila scatti arrivati nel 2017 al Natural History Museum di Londra, che organizza la manifestazione. Il percorso segue le 15 categorie del concorso, tra «Ritratti di animali» e «Invertebrati», «Mondo subacqueo» e «Fauna selvatica urbana», «Bianco e nero» e «Ambienti terrestri». Numerosi i documenti di denuncia: un gruppo di elefanti in Malesia nella morsa della deforestazione, un cucciolo di tigre che ruggisce impotente tra le sbarre, un cavalluccio marino che stringe nella coda un bastoncino in plastica. Altrettanti però i momenti incantati, curiosi, inaspettati, come l’eccezionale scatto della base di un iceberg ripresa sottacqua, somma di 147 immagini diverse eseguite dal francese Laurent Ballesta e dalla sua équipe. Incredibili poi le gazzelle che balzano in aria all’apparire del coccodrillo, tutta in toni di grigio la volpe artica che stringe in bocca un uovo, controluce le lepri in lotta al chiarore della luna, filosofico il ritratto dello scimpanzé con le mani incrociate sopra il capo. Cinque gli italiani premiati: Stefano Unterthiner con un gatto a caccia di falchi grillai a Matera, Marco Urso con gli orsi bruni in Kamchatka, Hugo Wassermann con una pernice nella neve in Scozia, Angiolo Manetti con i colori del deserto. E poi la giovanissima torinese Ekaterina Bee, che non ha ancora 10 anni e già ha vinto nella sua categoria grazie ad una composizione di gabbiani in volo. In margine alla rassegna una serie di incontri che si terranno alla Casa della Cultura di via Borgogna 3: si inizia il 27 ottobre parlando di bracconaggio con la zoologa Roberta Castiglioni.