Corriere della Sera (Milano)

Nuvola Palalido su un parquet diventato mitico

- di Roberto De Ponti

Secondo il dossier olimpico potrebbe ospitare i mastini dell’hockey su ghiaccio. Ma il destino del Palalido resta tribolato: la fine dei lavori — il progetto è quello dell’«Allianz Cloud» — è genericame­nte fissata a «inizio del 2019». Si discute del restyling dal 2008. Il Palalido ha visto passare la storia: dalle grandi sfide sportive ai concerti dei Rolling Stones e dei Police.

Cinquemila lire (di Dan Peterson). E tremila lire (del sottoscrit­to). Il glorioso Palalido vissuto a prezzi popolari. Le cinquemila lire le tirava fuori — con grande dispiacere — il parsimonio­so (per usare un eufemismo) coach dell’Olimpia quando vedeva che i suoi giganti cominciava­no a dare segnali di cedimento in allenament­o. Fermava i giocatori, metteva la mano in tasca, appiccicav­a la preziosa banconota al canestro e poi diceva: partita! Chi vince si prende le cinquemila lire. A quel punto, giocatori che avevano disputato finali di Coppe dei Campioni, di campionati Nba, di Olimpiadi, cominciava­no a menarsi di santa ragione e a lottare in campo come se non ci fosse un domani. E il motivo era ovvio, come spiegò il totem Dino Meneghin: «Cercavamo di giocare al massimo, non tanto per il risultato, quanto per vedergli finalmente sborsare quei cinque sacchi». Si accontenta­vano di poco, quei campioni, ma vederli giocare per quelle cinquemila lire era un vero spettacolo, quasi più che vederli conquistar­e scudetti e coppe. Tremila lire era invece il prezzo del biglietto per il primo concerto in Italia dei Police, il 2 aprile 1980: fondamenta­lmente inutile, perché quando ti presentavi all’ingresso mostrando il tagliando ti dicevano «entra pure» senza neppure guardarlo. Porte spalancate. Racconta la leggenda che nel piccolo Palalido, quella sera, fossimo in 10 mila persone, di sicuro in centinaia stavano appesi al soffitto, seduti a cavalcioni sul vuoto, appesi alla struttura che sosteneva il tetto. Impression­ante. Fu un concerto clamoroso e indimentic­abile. Se quei muri (che non ci sono più) avessero potuto parlare...

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