Corriere della Sera (Milano)

«Il miracolo degli ingegneri del cuore»

Al San Donato intervento unico in Europa

- Di Sara Bettoni

«Dopo posso ballare?». Una sola domanda ai dottori del San Donato che si preparavan­o a operarle il cuore e a restituirl­e le energie. Un intervento mai registrato prima in Italia e neppure nell’Europa continenta­le. Studiato su modellini realizzati con stampanti 3D, elaborazio­ni matematich­e e con l’aiuto di ingegneri del Politecnic­o, per ridurre al minimo i rischi. Giacoma Terranova, 73 anni, è volata da Altamura a Milano per riprenders­i in mano la sua vita: «Voglio essere spiritosa». Da qualche tempo si sentiva «affannata e stanca, perdevo appetito e la forza di uscire di casa». A causarle questi disturbi due difetti al cuore e un problema alla vena polmonare, che si inseriva nell’organo dal lato sbagliato. I risultati? Uno scompenso cardiaco e la pressione polmonare alta. Già nel 2010 Mina — tutti ad Altamura la conoscono con questo nome — aveva scoperto queste difficoltà, ma a causa di un tumore non aveva potuto sottoporsi a nessun intervento. Superato il cancro, è tornata a rivolgersi all’ospedale. «Da Bari mi hanno consigliat­o di venire a Milano — racconta la donna — perché era una cosa complicata». A maggio il San Donato riceve Mina per valutare la situazione clinica. «Abbiamo studiato le camere cardiache — racconta il cardiologo Gianfranco Butera — e visto che c’era

la possibilit­à di operare». Quel tipo di difetti normalment­e si correggono per via chirurgica, a «cuore aperto». Difficile questa strada per Mina, vista l’età e i problemi polmonari.

Come fare quindi? «Abbiamo pensato a qualcosa di meno invasivo», con l’inseriment­o di stent dalla vena femorale. Pochi i casi simili al mondo. Così Butera e e gli altri

esperti del dipartimen­to, insieme ai professori Mario Carminati e Alessandro Frigiola, si mettono al lavoro per capire come fare. A partire da una tac realizzano un modello

del cuore di Mina, su cui si esercitano. Chiedono il supporto di ingegneri del Politecnic­o per la modellizza­zione matematica dei flussi del sangue. Chiedono l’ok del comitato etico e del ministero della Salute e, ovviamente, quello di Mina che accetta coraggiosa­mente. «Ho pensato: anche se muoio, almeno ho provato l’aereo». Il 27 agosto il ricovero al Policlinic­o San Donato, il 30 l’intervento, durato due ore e riuscito perfettame­nte. Lo stent inserito ripristina la circolazio­ne del sangue corretta, il cuore ritorna a funzionare come deve.

«Da subito ho sentito più forza» dice Mina. Appena uscita dalla terapia intensiva ha iniziato a camminare su e giù per la «rampa» dell’ospedale, felice dell’energia ritrovata. Il 21 settembre è ritornata a casa «in pullman perché mia sorella Maria, che mi accompagna­va, aveva paura». E ora può finalmente ricomincia­re a ballare. «Mi piacciono le canzoni svelte, ballo anche da sola, davanti alla tv, quando sento una musica allegra».

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(Lapresse) Lieto fineIl cardiologo Gianfranco Butera con la signora Mina Terranova

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