Corriere della Sera (Milano)

Dall’epopea delle scarpette rosse a Rolling Stones e Berlinguer I lavori «infiniti» nell’impianto promesso ai mastini del ghiaccio

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Saranno 63 arresti. Prima e dopo quella data si esibirà un pezzo del pantheon giovanile: gli Who (‘67), i Ramones (‘78), i Police (‘80), e un Lou Reed che nel ‘76 lascia dopo un paio di canzoni e dopo aver mandato a quel paese un gruppo di autonomi che lo fischia e gli tira di tutto. Due mesi dopo c’è forse l’episodio più estremo. Nel mirino c’è il non-abbastanza-proletario Francesco De Gregori. La contestazi­one è massiccia, sale sul palco, entra nei camerini, costringe con la forza il cantautore a tornare sul palco per un processo politico di fronte a migliaia d’occhi.

Anche i partiti sono stati qua di casa. Il 13 marzo 1972 Enrico Berlinguer apre il XIII congresso del Pci che l’incoronerà segretario. Altra epoca, altri leader. Nel 2004 le bandiere dell’Ulivo sventolano sopra Romano Prodi, Bertinotti, Fassino, Di Pietro, eccetera.

Passano quattro anni e un Silvio Berlusconi ancora in auge straccerà simbolicam­ente il programma del centrosini­stra. E nel 2010, un anno prima del via ai lavori, l’allora governator­e Roberto Formigoni, per suggellare la pace con il sindaco, trascina Letizia Moratti in una danza alla festa di primavera. In mezzo c’è di tutto. Il primo trofeo del futuro re del tennis Roger Federer (2001), i mille match della nobile arte fino ai titoli di Giacobbe Fragomeni e Giovanni Parisi, gli dei della Nba (Wilt Chamberlai­n che si esibisce nel ‘67 con i funamboli degli Harlem Globetrott­ers e anni dopo Julius «Doctor J» Erving che dà lezioni di basket), lo sbarco del fenomeno del wrestling, le convention cattoliche, il Dalai Lama (‘99), le preghiere islamiche (‘95), gli show scabrosi dell’Erotika Tour.

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