Corriere della Sera (Milano)

L’occhio della coscienza

Si apre domani a Lodi il festival dedicato alla fotografia etica: 130 autori e 23 mostre per un viaggio globale tra denuncia, speranza e ritratti poetici

- Di Francesca Bonazzoli

Centrotren­ta fotografi; 23 mostre; 40 incontri e quattro fine settimana. Da domani fino al 28 ottobre torna a Lodi il Festival della fotografia etica, nona edizione di un appuntamen­to che, di anno in anno, cresce in prestigio e visitatori ed è ormai diventato un riferiment­o nel panorama europeo dei festival di fotografia.

L’anno scorso i paganti sono stati 15.153, quattromil­a in più del 2016, con un aumento del 30 per cento. Le candidatur­e, arrivate da 50 nazionalit­à, sono salite a ben 900 e nella selezione si è impegnata una giuria che, oltre ad Alberto Prina e Aldo Mendichi — organizzat­ori della manifestaz­ione con il Gruppo Fotografic­o Progetto Immagine — annovera Sarah Leen, direttore della fotografia per National

Geographic, Francis Kohn, presidente del World Press Photo 2016, e Caroline Hunter, picture editor per The Guardian Weekend.

Il successo di questo viaggio intorno al mondo, che ci porta dalla Corea fino al cuore dell’Europa dell’Est, sta nell’obiettivo dichiarato di «permettere alla fotografia di arrivare al pubblico e parlare alle coscienze, accendendo la lampadina della riflession­e». È un’immersione nell’attualità attraverso uno sguardo partecipe, spesso di denuncia, e uno stimolo ad approfondi­re le informazio­ni.

Ci sono anche racconti di speranza che svelano come persino nella desolazion­e si possono trovare tracce di poesia, per esempio nel reportage sull’assistenza agli invisibili a Los Angeles ospitato nella sezione «No Profit». Nell’area «Uno sguardo sul mondo» ci si immerge invece in alcune fra le storie più drammatich­e come l’omaggio al fotografo francese Shah Marai, corrispond­ente di France Press ucciso in un attentato a Kabul lo scorso aprile; oppure il resoconto di Laban Mattei del conflitto nello Yemen, di cui molto poco si parla, e ancor meno si vede, ma in corso già dal 2015; o ancora il lavoro di Adam Ferguson su un tema molto sensibile come le bambine rese schiave dai terroristi di Boko Haram. Sempre in questa sezione sono da non

perdere le immagini del ponte Morandi scattate negli anni ’80 da Michele Guyot Bourg che domani alle 18 condurrà una visita alla mostra dal titolo significat­ivo «Vivere sotto una cupa minaccia» allestita a Palazzo Modignani.

C’è etica anche nel modo di guardare gli animali cui è dedicato il focus dello «Spazio Tematico» con i reportage sulle «mucche turbo», le razze da latte tedesche, e il viaggio di Paolo Marchetti dietro le quinte dei prodotti di pelletteri­a

. Le sedi della rassegna sono distribuit­e nell’intera città e quest’anno si aggiungono lo spazio recuperato della Cavalleriz­za e una sezione Off in bar, ristoranti, negozi, gallerie.

L’inizio ufficiale è fissato per domattina alle 10.30 mentre durante tutte e quattro i fine settimana le mostre, gli incontri e le visite guidate saranno dalle 9.30 alle 20. L’info point e la biglietter­ia sono in piazza del Broletto.

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 ??  ?? Impegno Sopra un’immagine da «Made in Korea» di Filippo Venturi. Qui sotto uno scatto di Ami Vitale e a destra il reportage sulla guerra in Yemen di Olivier Laban Mattei
Impegno Sopra un’immagine da «Made in Korea» di Filippo Venturi. Qui sotto uno scatto di Ami Vitale e a destra il reportage sulla guerra in Yemen di Olivier Laban Mattei
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