«Smalto e scalpello Così scrivo la storia dei grandi nel Famedio»
Claudio Vismara sta completando la nuova lista dei nomi: non ho fatto l’accademia, la mia è una passione
Èquasi pronta l’incisione dei 14 nomi scelti quest’anno (e già noti) per essere ricordati al Famedio. L’autore del lavoro di pazienza e precisione è Claudio Vismara, 33 anni, di professione scalpellino. La lastra di marmo verrà scoperta, come sempre, il 2 novembre.
Ha quasi completato il suo lavoro Claudio, professione scalpellino. Ha inciso il penultimo nome della lista di quattordici donne e uomini illustri scelti quest’anno per essere ricordati al Famedio, il Pantheon milanese. È quello di Egidio Sterpa, politico. Poi inizierà a scolpire l’ultimo nome dell’elenco: Bruno Volpi, il fondatore della Comunità Villapizzone.
Il suo lavoro consiste per prima cosa nel disegnare con precisione i nomi su rette parallele mantenendo una perfetta distanza tra lettere e righe. Poi, prosegue con l’incisione che viene eseguita delicatamente e pazientemente con martello e scalpello. Lo spazio cavo che si viene a creare viene quindi riempito di smalto e lasciato asciugare. Infine, l’eccesso di colore viene asportato e il materiale lapideo lucidato per uniformarlo a quello circostante. Il prossimo 2 novembre, come ogni anno, alla presenza del sindaco e della autorità cittadine, verrà tolto il drappo che copre i nomi scelti per essere iscritti a fianco degli illustri e benemeriti di ogni epoca. Non occorre essere nati a Milano ma aver contribuito alla sua grandezza. Per questo troviamo anche «milanesi forestieri» come Stendhal e Maria Callas.
I nomi sono già stati resi noti, tra questi Gian Marco Moratti, Ermanno Olmi, Franca Sozzani, Gianmaria Buccellati, Raffaele De Grada, Federica Galli. Chi li ha scritti per l’eternità sulla lastra di marmo incorniciata da coccarde tricolori è un abile artigiano, al lavoro da settimane. Claudio Vismara, 33 anni, è fidanzato da 14 con Rossana, suonatrice di arpa celtica, con cui vive a Rescaldina: il suo mestiere, anzi la sua arte, è quella di scalpellino e incisore. Non ha frequentato né una scuola né un’accademia. «Ho iniziato giovanissimo andando a bottega», poi si è messo in proprio. Per le incisioni del famedio ha avuto l’incarico per conto della B.F.Marmi e Graniti di Cerro Maggiore. La sua, confida, è «una grande passione». Il risultato è una sequenza di brillanti lettere rosso scuro, destinate e a durare per sempre.