NUTRIE, OSPITI SGRADITE DAL PO AL GIARDINO DI CASA
Caro Schiavi, spero di poter suscitare una certa attenzione su una situazione apparentemente minore rispetto a quanto sta succedendo in Italia, ma in realtà grave ed estremamente diffusa: il problema delle nutrie che — in particolare in Lombardia — ha assunto dimensioni letteralmente apocalittiche. Mi riferisco in particolare alla situazione che si creata al Villaggio Ambrosiano di Segrate, uno dei quartieri più piacevoli dell’hinterland milanese: in quel quartiere abbiamo una villetta con giardino abitata da una signora anziana che sta vivendo un incubo per la presenza di questi animaletti (si fa per dire: possono anche superare i 15 kg di peso).
Abbiamo tentato di tutto per attivare un intervento da parte degli organismi competenti, ma con risultati assolutamente nulli. Non è che manchino normative e disposizioni in proposito: da quando abbiamo riscontrato il problema mi sono fatto una cultura e ho raccolto una mole di direttive, decreti a tutti i livelli, dalla Comunità europea, al Presidente della Repubblica, Regione, Province o — nel caso di Milano — Città Metropolitana. Nel più classico degli stili italiani sono stati fatti studi, costituiti «tavoli di coordinamento funzionale» (sic!) a cui sono stati chiamati tutti –— ma dico proprio tutti — per coordinare, gestire, programmare: l’unica cosa che manca è la cattura ed eliminazione. Il Corpus iuris cui mi riferisco data ormai dai primi anni Novanta: nel frattempo le nutrie non se ne sono state con le zampe in mano: il tasso di fertilità di una nutria è dai 15 ai 20 cuccioli per femmina all’anno e, secondo la Coldiretti, in Lombardia c’è una nutria ogni 10 persone. Interpretando le varie norme, disposizioni, sembra che, almeno per le aree urbane, il compito di intervenire spetti ai Comuni, ma le disposizioni sono talmente complicate, per cui il tutto è affidato a iniziative «motu proprio» del sindaco che, in questo caso, sembra avere tutt’altre priorità.
Caro Morandi,
siamo invasi da infestanti, tornano i lupi in montagna, si vedono cinghiali e caprioli in pianura, battaglioni di cimici nelle campagne del Ticino e del Po, ma c’eravamo dimenticati delle nutrie. Milioni di nutrie. In piccole dosi tutto è sopportabile. Ma qui siamo all’invasione. Un tempo era la Provincia a calmierare il tutto, autorizzando gli abbattimenti. Oggi c’è un rimpallo istituzionale e i Comuni non hanno un euro. Sembra di essere in una favola, Hamelin, i topi e il pifferaio magico. Ma le nutrie in giardino non sono graditi ospiti.