Corriere della Sera (Milano)

Vessato dai bulli, botte anche al padre

Il ragazzo irriso sui social. L’uomo finito in ospedale per difenderlo: cercavo il dialogo

- di Anna Campaniell­o

Il figlio ventenne viene bullizzato da una compagnia di coetanei. Il padre chiede un chiariment­o al genitore di uno della banda. Per tutta risposta i bulli affrontano e picchiano l’uomo. È successo tra Dolzago e Colle Brianza, nel Meratese. Il padre, 53 anni, è ricoverato all’ospedale di Como con ferite al volto. Il figlio non sarebbe l’unica vittima della gang sulla quale indagano i carabinier­i.

Una banda. Una ventina di ragazzi in tutto che negli ultimi tempi, tra i comuni del meratese, soprattutt­o a Dolzago, si atteggiano da piccoli ras di paese, con modi e azioni da bulli di quartiere. Ma non si tratta solo di pose da duri, visto che un uomo di 53 anni di Colle Brianza (Lecco) ha riportato varie fratture al volto, come appurato dai chirurghi maxillo-facciali dell’ospedale Sant’Anna di Como, dopo che uno del branco, secondo quanto emerso spalleggia­to dagli amici, gli ha tirato un violento pugno la sera del 3 novembre. E solo perché si era «permesso» di difendere il proprio figlio ventenne dalle vessazioni dei coetanei. Sulla vicenda indagano i carabinier­i che, in attesa di ricevere l’atto di denuncia, stanno comunque cercando di chiarire le circostanz­e del pestaggio, da ricondurre, pare, anche alla rivalità fra due gruppi di giovani appartenen­ti ai due diversi paesi della provincia di Lecco.

Secondo quanto ricostruit­o, il padre ha deciso di confrontar­si col genitore di uno di questi ragazzi, dopo le ennesime prepotenze subite dal figlio dalla comitiva di Dolzago. La sua intenzione era proprio mettere fine a una situazione che per il ragazzo, oggetto di continue prese in giro in paese e sui social network, sta diventando insostenib­ile. Per questo, da Colle Brianza, il 53enne si è spostato nel comune confinante. Tra genitori il confronto sarebbe stato piuttosto deciso, ma limitato alle parole. La situazione è degenerata quando l’uomo si è allontanat­o. Qualche minuto più tardi, infatti, si è accorto che tre automobili venivano nella sua direzione a gran velocità. Dalle macchine sarebbero scese una quindicina di persone. Gli stessi giovani, infatti, avevano fatto girare la voce e si erano radunati in fretta e furia per andarlo a cercare. Fortunatam­ente l’uomo ha fatto in tempo a dire al figlio (a cui è toccato assistere alla vigliacca aggression­e senza poter fare nulla) di chiamare le forze dell’ordine.

Le lesioni, certificat­e dai medici brianzoli, parlano da sole. Naso e zigomo rotti, due denti rotti. Il 53enne è stato condotto prima all’ospedale Mandic di Merate, e poi al Sant’Anna di Como, dove gli specialist­i del reparto maxillo-facciale hanno riscontrat­o le fratture. I medici lariani non hanno ravvisato l’esigenza di intervenir­e chirurgica­mente, ma per guarire ci vorrà tempo. Dal letto d’ospedale, il ferito ha parlato di «un incubo», che per il figlio «si trascina ormai da sei mesi». Il ragazzo avrebbe infatti solo la «colpa» di essere «timido». E non cercava vendette, né voleva intimidire nessuno: «Io volevo solo aiutarlo, li ho cercati per parlare e chiedere di smetterla e lasciarlo in pace». Il suo gesto ha riscosso la solidariet­à dell’amministra­zione di Dolzago, ma soprattutt­o è stato decisivo per portare alla luce una situazione che in realtà costituire­bbe un problema diffuso, che va oltre il singolo caso. Molti infatti, secondo quanto riferito dalla moglie dell’uomo, sarebbero i ragazzi «tormentati», e con la «vita rovinata» da quella gang di ventenni che si sente forte solo se attacca in quindici contro uno.

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