Corriere della Sera (Milano)

GENITORI SENZA PAURA

- Di Cristiano Gatti

Purché non diventi un’altra branca di questa nostra mentalità da Cepu, con cui pensiamo di imparare a cucinare, a dimagrire, a poetare frequentan­do rapide lezioni online. Fare il genitore non è un modo per passare il tempo: secondo la vulgata resta il mestiere più difficile del mondo, nel complesso è comunque una vera arte, per artigiani dell’umanità.

In assoluto, ben venga l’aiuto di realtà come quella della Cooperativ­a Amaltea, che si mette in gioco per e con i ragazzi, passando attraverso i genitori. Ascoltare è già la soluzione di mezzo problema. E quando non c’è nessuno sottomano che ascolti, servono queste figure sociali con cui aprire il libro delle proprie angosce e dei propri dubbi. L’importante è tenere sotto controllo la natura e l’entità dell’aiuto. Noi genitori, al netto dei narcisisti perfettini sempre pronti a dire come si fa con i figli degli altri, noi genitori medi ci sentiamo tendenzial­mente inadeguati, insufficie­nti, in un certo senso parecchio deficienti. Ma in fondo è proprio questo dubbio perenne a tenere alta la soglia dell’attenzione, così da limitare i danni e anzi qualche volta raggiunger­e persino ottimi risultati, giocando acrobatica­mente con la famosa alchimia dei sì e dei no.

Ai centri di sostegno si va quando esiste un problema vero e serio. In tutti gli altri casi, nessuno può immaginars­i di appaltare in blocco il proprio ruolo a chissà quale esperto. Prima di chiedere in giro come si fa il genitore, bisogna provare a esserlo.

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