Poltronificio: compensi tagliati del 25%
Regione, risparmi per 2 milioni in cinque anni
Soldi pubblici buttati al vento per i poltronifici: ora la Regione cerca di correre ai ripari, con un taglio degli stipendi che nell’arco di un mandato quinquennale vale quasi 2 milioni di euro (25%). La scure s’abbatte sulle cadreghe più comode della Sanità, quelle delle Fondazioni ospedaliere, ossia Policlinico, Istituto dei Tumori, neurologico Besta e San Matteo di Pavia.
Soldi pubblici buttati al vento per i poltronifici: ora Regione Lombardia cerca di correre ai ripari, con un taglio degli stipendi che nell’arco di un mandato quinquennale vale quasi 2 milioni di euro (25%, pari su per giù a 400 mila euro annui). Le cadreghe più comode della Sanità lombarda — e che complessivamente costano ben 1,5 milioni di euro annui — sono da sempre considerate quelle delle Fondazioni ospedaliere, ossia il Policlinico, l’Istituto dei Tumori, il neurologico Besta e il San Matteo di Pavia: i quattro ospedali a differenza di tutti gli altri hanno un consiglio di amministrazione composto da sette o otto persone (26 in totale), più il presidente. Al di là del valore dei singoli, i Cda sono diventati il simbolo dello spoils system e negli anni sono stati definiti inutili carrozzoni, come ricordato più volte dal Corriere, perfino dal loro padre, quel Girolamo Sirchia che da ministro della Salute ha creato le Fondazioni ospedaliere nel 2003 (con la legge 288): «La mia idea era liberare i più importanti ospedali pubblici dai lacci della burocrazia e dal malcostume delle nomine politiche — aveva detto in un’intervista già nel lontano 2010 —. Invece oggi servono solo per spartire poltrone di nomina politica e per la gestione del patrimonio immobiliare».
Finora lo stipendio del presidente è stato di 157.520 euro l’anno: per decisione dell’assessore all’Economia Davide Caparini (Lega) scenderà a 118 mila (meno 39.520 euro). Ai componenti del Cda venivano riconosciuti 31.504 euro l’anno, che ora diventano 23.600, 7.900 in meno (sono soldi che spesso vanno a cumularsi con quelli di altri incarichi, anche se le norme in materia sono sempre più stringenti). Calcolatrice alla mano, vuol dire risparmiare quasi 160 mila euro l’anno in buste paga per i presidenti; e altri 205 mila e rotti per i componenti del Cda. Di solito, cinque sono su nomina del Pirellone, uno del Ministero della Salute e uno del Comune. Un posto doveva essere riservato a soci privati, in grado di portare fondi: ma finora sono entrati solo al Policlinico (la Fiera) e al Besta (la Fondazione Mariani). Spariscono anche — assicura Caparini — i gettoni di presenza: 200 euro a seduta, che per 26 componenti fanno 5.200 euro a riunione, che diventano 52 mila euro l’anno per le dieci sedute di solito svolte, e così via che spendono i soldi pubblici. Tutti i quattro cda di Policlinico, Istituto dei Tumori, neurologico Besta e San Matteo di Pavia sono in scadenza a fine anno. E allora la sfida deve diventare, forse, non fermarsi al taglio degli stipendi, rivendicato giustamente dalla Regione come un provvedimento antisprechi — ma anche fare nomine che vadano al di là dello spoils system per premiare capacità e merito, come più volte promesso dal governatore Attilio Fontana. «Quello che manca alla Sanità lombarda — incalza Marco Fumagalli, M5S — è la trasparenza».