Il tennis dei giovani per svecchiare il gioco più antico
Inizia oggi alla fiera di Milano-Rho la seconda edizione di Next Gen. Formato breve e nuove regole
Ci sono un greco (Tsitsipas), due americani (Tiafoe e Fritz), un australiano (De Minaur), un russo (Rublev), uno spagnolo (Munar), un polacco (Hurkacz) e un italiano (Caruana), ma non è una barzelletta. È la seconda edizione di Next Gen, al via oggi sul sintetico indoor del polo fieristico Milano-Rho. Vietato chiamarlo Master Under 21, meglio considerarlo un laboratorio per apprendisti stregoni: i migliori otto prospetti della classifica mondiale (Zverev, a 21 anni, rigioca il Master dei grandi; Shapovalov era atteso a Milano ma ha dato forfeit per stanchezza) al cospetto di una piazza (bene) abituata al grande tennis e di regole che l’Atp vorrebbe pian piano introdurre nel circuito in un afflato di svecchiamento del gioco più vecchio del mondo. Formato breve, con partite al meglio dei 5 set e tie break sul 3-3, punto secco sul 40-40, palla in gioco anche se tocca il nastro, libertà di movimento degli spettatori in tribuna a scambio in corso, musica stunz stunz al cambio di campo, shot clock a dettare i tempi del fast food tennis del futuro (riscaldamento brevissimo e 25 secondi tra un punto e l’altro, novità già introdotta tra i grandi per la scontentezza di Rafa Nadal...). Infine, totale assenza di giudici di linea (decide una rete di sensori) e divieto per i raccattapalle di maneggiare il sudatissimo asciugamano dei tennisti, va di moda il fai-da-te.
Se ne sentiva l’esigenza? Mah, anche no. Il tennis che ha stravolto pure la Coppa Davis, vecchia 118 anni, ha fretta di cambiare e, in fondo, l’occasione è ghiotta per vedere in azione il più giovane top-25 del ranking, il greco Stefanos Tsitsipas (n.15 a 20 anni), la nuova generazione made in Usa, il talentino australiano De Minaur, l’aspirante zar Rublev e la wild card italiana, uscita dalla giungla delle qualificazioni: Liam Caruana, 21 anni, romano trapiantato in Texas con la famiglia per inseguire il sogno degli Slam («Mi sento pronto per affrontare tutti»). Un giro a Next gen, insomma, va fatto. Fosse anche per dire non mi piace.
In campo
Partite al meglio dei 5 set, tie break sul 3 a 3, palla valida anche se tocca il nastro