Cremonini al Forum con una band completa
La doppietta di Cesare Cremonini al Forum
Parlando del suo ultimo disco «Possibili scenari», Cesare Cremonini ha spesso pronunciato la parola «empatia». Termine che rispecchia alla perfezione ciò che il cantautore bolognese riesce a trasmettere alla sua ampia platea, specialmente dal vivo. In un mondo in cui non è detto che siano i migliori a essere baciati dal successo, Cremonini, classe 1980, quel che ha raccolto se l’è meritato, dimostrando di essere un musicista e autore di canzoni che sa fare pop in modo personale, tenendosi alla larga dalle mode, curando nel dettaglio gli arrangiamenti, fondendo riferimenti musicali distanti tra loro senza cadere nel mero citazionismo. Non stupisce che quest’estate l’ex Lùnapop abbia conquistato gli stadi, né che domani e sabato riempirà per due sere di seguito il Forum di Assago, già pronto a replicare il sold out il prossimo 16 dicembre: per questa terza data ci sono ancora biglietti, ma è facile prevevuole dere che andranno esauriti presto. Intanto i fan che si sono mossi per tempo potranno godersi questi nuovi show milanesi, che vedranno Cremonini accompagnato da una band completa di fiati (tromba, trombone, sax, flauto), per un totale di 11 elementi. La scaletta ripercorre una carriera ormai quasi trentennale, avviata con i succitati Lùnapop e quel tormentone che fu nel 1999 l’hit «50 Special».
Al Forum, dove sono previsti anche momenti acustici, Cremonini la eseguirà assieme a una ventina di brani dai suoi sei dischi solisti: dalla solare «Buon viaggio (Share the Love)» alla romantica «Una come te», dall’intensa e riuscitissima «Il comico (sai che risate)» a «GreyGoose», la sua preferita da «Logico» del 2014, così ha confidato. Dal disco uscito un anno fa — mix di pop, rock, elettronica e orchestrazioni, ispirato in parte a «Pet Sounds» dei Beach Boys — si sentiranno anche «Nessuno essere Robin», «Poetica», la ballabile «KashmirKashmir» e la title track, lasciata come singolo un mese fa. Nelle sue canzoni Cremonini parla di amore, solitudine, dubbi, sogni. Lo fa con un linguaggio versatile, che gli permette di mescolare di volta in volta profondità e leggerezza, riflessione e ironia, intimità ed evasione. «Ma tu credi davvero che per volare basti un grande salto?», chiede ripetutamente il 38enne nell’energico ritornello di «Un uomo nuovo». Se la sua musica così fantasiosa dice la verità, verrebbe da scommettere che lui ci creda. Pazienza se continua a definirsi «solo un ragazzo che scrive canzoni».