I clochard sgomberati dalla Ticosa
L’ex fabbrica era un rifugio per clochard e sbandati «In città più di duecento persone vivono per strada»
COMO Il Comune di Como prova a riprendere il controllo dell’area della Ticosa, la ex tintostamperia diventata simbolo di immobilismo e abbandono. Sgomberata la Santarella, la centrale termica della fabbrica, edificio tutelato dalla Sovrintendenza ma da anni trasformato in un rifugio per senzatetto, devastato due anni fa da un incendio e poi nuovamente occupato. Dopo il blitz di ieri mattina di polizia e vigili, gli accessi sono stati murati nel tentativo di evitare nuovi ingressi. La Santarella è l’unico edificio rimasto della vecchia fabbrica dismessa e abbandonata da decenni. La struttura è circondata da piante incolte e sporcizia e le transenne messe a più riprese per impedire l’accesso sono aggirate quotidianamente. Il Comune di Como è tornato in possesso dell’area dopo il naufragio del progetto di un nuovo quartiere. Entro la fine dell’anno era stata annunciata l’apertura di un parcheggio sulla spianata all’ingresso della città, ma non è stata completata neppure la bonifica dell’area e tutto è fermo.
L’assessore alla Sicurezza Elena Negretti aveva annunciato l’intenzione di sgomberare i senzatetto, un’operazione scattata ieri in accordo con le forze dell’ordine. «Occorre una soluzione definitiva perché la struttura si è trasformata in un rifugio stabile per persone che vivono nella Santarella senza alcuna garanzia di sicurezza e in condizioni igieniche precarie». Il prossimo passo, dopo l’intervento degli operai per bloccare i varchi di accesso alla ex centrale termica con la costruzione di muri alti alcuni metri, sarà una drastica operazione di disboscamento, pulizia e rimozione dei materiali accumulati dentro e fuori dall’edificio.
E se sullo sgombero la maggioranza incassa un’approvazione quasi unanime, le forze politiche d’opposizione, così come enti e associazioni di volontariato invocano soluzioni alternative immediate per garantire un rifugio ai senzatetto che a decine sono presenti a Como. Un’emergenza che si è aggravata dopo la recente chiusura definitiva del centro migranti governativo di via Regina, a poca distanza dalla Santarella e dall’area della Ticosa. «Abbiamo stimato che ci sono oltre duecento stranieri in giro per Como senza un posto dove stare dopo la chiusura del campo», ha dichiarato il presidente dell’Osservatorio per i diritti dei migranti, Antonio Lamarucciola dopo che sono caduti gli appelli per proseguire l’attività del centro
Tintostamperia L’immobile, tutelato dalla Sovrintendenza, era diventato simbolo dell’immobilismo
che ospitava i profughi. «Le situazioni come quelle della Santarella sono una vergogna ed è giusto risolverle — hanno commentato Stefano Fanetti e Patrizia Lissi, Pd —. Bene l’intervento deciso nell’edificio, ma ora vogliamo sapere quale sia la soluzione alternativa, visto che il centro di accoglienza è stato chiuso. Se mandiamo via le persone da un posto dove evidentemente non possono stare, o hanno un’alternativa o finiscono per trovarsi un’altra sistemazione di fortuna». «La Santarella non può certo essere adibita all’accoglienza di persone — commenta Fabio Aleotti, Movimento 5Stelle —. Murandola senza dare alternative però si sposta solo il problema, costringendo le persone a cercare altri rifugi simili per vivere».