Ritorno in piazza
IL MERCATO SI RISCOPRE AGORÀ
Imercati, da sempre, non sono soltanto costellazioni di botteghe e bancarelle dove acquistare merce, ma anche luoghi di socializzazione. Proprio ieri a Milano, in via Friuli, è stato aperto il più grande Farmer’s market (mercato agricolo) al coperto della Lombardia, un posto che probabilmente richiamerà molti cittadini della zona di Porta Romana, corso Lodi e non solo, e che offre prodotti genuini. Senza nulla togliere alla qualità, il contenitore è importante almeno quanto il contenuto. In una grande città di oggi, il mercato, al pari dell’agorà classica, è un punto di riferimento anche contro il rischio di dispersione e spersonalizzazione metropolitana, soprattutto nelle periferie. Incontri, comunicazione, coesione avvengono anche là. Persino quello di piazzale Cuoco, esposto a situazioni di illegalità, è frequentatissimo. Il bisogno di vedersi, guardarsi, parlarsi nel mondo reale non è tramontato nell’epoca ipertecnologica. Come accade, per esempio, allo storico Mercat della Boqueria a Barcellona, sulla Rambla, o al Marché des Enfants Rouges a Parigi, nel quartiere del Marais, che risale al XVII secolo. A Milano ora ci sono mercati che ampliano gli orizzonti: l’antica struttura coperta di viale Monza, a Rovereto, è diventata anche teatro di eventi, concerti, aperitivi, mostre. Dopo il successo dei moderni centri commerciali, si stanno riscoprendo i vecchi mercati. Non si tratta di un ritorno folcloristico al passato ma di una naturale, insopprimibile, disposizione a cercare il calore e il contatto dell’umanità.