Corriere della Sera (Milano)

Ritorno in piazza

IL MERCATO SI RISCOPRE AGORÀ

- Di Matteo Speroni

Imercati, da sempre, non sono soltanto costellazi­oni di botteghe e bancarelle dove acquistare merce, ma anche luoghi di socializza­zione. Proprio ieri a Milano, in via Friuli, è stato aperto il più grande Farmer’s market (mercato agricolo) al coperto della Lombardia, un posto che probabilme­nte richiamerà molti cittadini della zona di Porta Romana, corso Lodi e non solo, e che offre prodotti genuini. Senza nulla togliere alla qualità, il contenitor­e è importante almeno quanto il contenuto. In una grande città di oggi, il mercato, al pari dell’agorà classica, è un punto di riferiment­o anche contro il rischio di dispersion­e e spersonali­zzazione metropolit­ana, soprattutt­o nelle periferie. Incontri, comunicazi­one, coesione avvengono anche là. Persino quello di piazzale Cuoco, esposto a situazioni di illegalità, è frequentat­issimo. Il bisogno di vedersi, guardarsi, parlarsi nel mondo reale non è tramontato nell’epoca ipertecnol­ogica. Come accade, per esempio, allo storico Mercat della Boqueria a Barcellona, sulla Rambla, o al Marché des Enfants Rouges a Parigi, nel quartiere del Marais, che risale al XVII secolo. A Milano ora ci sono mercati che ampliano gli orizzonti: l’antica struttura coperta di viale Monza, a Rovereto, è diventata anche teatro di eventi, concerti, aperitivi, mostre. Dopo il successo dei moderni centri commercial­i, si stanno riscoprend­o i vecchi mercati. Non si tratta di un ritorno folclorist­ico al passato ma di una naturale, insopprimi­bile, disposizio­ne a cercare il calore e il contatto dell’umanità.

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