Abusivo sgomberato «Mi butto col bimbo»
Salvati in extremis, l’uomo arrestato
La «trattativa» va in scena dietro la porta sfondata della casa Aler in via dei Cinquecento, al Corvetto: da una parte una famiglia di occupanti abusivi, padre (44 anni, marocchino), madre (poco più di 20 anni, italiana) e due bambini di uno e due anni; dall’altra gli ispettori dell’Aler che con i servizi sociali, invitano gli altri a lasciare l’appartamento per evitare denunce, garantendo una sistemazione almeno alla ragazza con i bimbi. L’uomo ribatte: «Non ce ne andiamo». E con un piccolo in braccio va sul balcone urlando: «Mi ammazzo!». Solo l’intervento dei carabinieri ha sventato la tragedia.
Dietro la porta sfondata della casa, al quinto piano di un palazzo Aler, in via dei Cinquecento, civico 20, zona Corvetto, poco prima delle 11 di ieri si sentiva soltanto parlare. Una «trattativa» come ne avvengono ogni giorno, più volte al giorno, nei palazzi popolari delle periferie milanesi. Da una parte, la famiglia che aveva occupato l’alloggio la sera prima, padre (44 anni, marocchino), madre (compagna dell’uomo, poco più di 20 anni, italiana) e due bambini, 1 e 2 anni; di fronte a loro, gli ispettori dell’Aler, che con i servizi sociali del Comune spiegavano che sarebbe stato meglio lasciare l’appartamento per evitare la denuncia, e che di sicuro avrebbero trovato una sistemazione, almeno per la ragazza e i bambini. L’uomo però scuoteva la testa: «No, non ci penso nemmeno, noi da questa casa non usciamo». Nel frattempo sono arrivati i carabinieri del Nucleo Radiomobile, ma l’uomo s’e’ preso uno dei bambini in braccio e all’improvviso, senza che prima avesse dato segnali, ha fatto qualche passo, s’è ritrovato sul balcone e ha urlato: «Mi ammazzo!».
La sequenza è durata pochi secondi, perché quando il padre ha scavalcato il parapetto con il bambino ancora tra le braccia, i carabinieri l’hanno afferrato, trattenuto, tirato su per i vestiti, con uno dei militari concentrato solo con le mani sul piccolo, per evitare che potesse cadere. La scena è stata drammatica e concitata, e racconta sia la disperazione delle periferie milanesi, sia un ritorno di tensione politica. Perché proprio mentre i carabinieri tiravano via l’uomo dal balcone, di fronte alla casa si sono radunati una ventina di anarchici del quartiere, che al Corvetto hanno radici solide, e hanno provato a impedire lo sgombero (uno sgombero quasi «in flagranza», dato che la casa era stata occupata la sera precedente).
Gli ispettori dell’Aler hanno continuato a lavorare con i Servizi sociali del Comune, che hanno trovato una comunità fuori Milano che potesse ospitare la madre e i due figli. I carabinieri sono invece riusciti a dialogare con i ragazzi che protestavano e cercavano di bloccare l’intervento. Alla fine i Servizi sociali hanno preso in carico la donna e i bambini e li hanno accompagnati in comunità.
I carabinieri hanno invece arrestato l’uomo per tentato omicidio, perché aveva scavalcato il parapetto del balcone al quinto piano e di fatto, quando i militari sono riusciti ad afferrarlo, si stava lasciando cadere nel vuoto.