Corriere della Sera (Milano)

Non solo Starbucks Il caffè è una mania e diventa un festival

Miscele rare, piccole torrefazio­ni, abbinament­i insoliti: così anche a Milano il rito sta cambiando

- di Laura Vincenti

Anche a Milano la vecchia tazzina di caffè non è più la stessa. Miscele esotiche, piccole torrefazio­ni, locali raffinati. E adesso anche un festival internazio­nale per celebrare (e degustare) la bevanda: dal 30 novembre al 2 dicembre allo Spazio Pelota di via Palermo.

Il caffè? Secondo la leggenda fu scoperto mille anni fa da un pastore etiope nella regione di Kaffa. Dopo la cultura del cibo, del vino, della birra e dei cocktail, a Milano si sta diffondend­o sempre più anche quella del caffè. Non a caso dopo Londra, New York e Amsterdam, allo Spazio Pelota, in zona Brera, dal 30 novembre al 2 dicembre andrà in scena la prima edizione del Milan Coffee Festival, manifestaz­ione internazio­nale che mira a diventare l’evento di riferiment­o in città per operatori del settore e amanti del caffè con oltre 6 mila presenze previste. E non a caso Starbucks è sbarcato proprio qui non con un semplice locale, ma con una vera e propria roastery, secondo un format che esiste solo a Seattle e a Shanghai: il caffè è tostato, raffreddat­o, macinato e poi servito direttamen­te nelle tazze degli avventori. Inaugurato da poco nell’ex edificio delle poste di Piazza Cordusio, lo Starbucks milanese è sempre molto affollato: il consiglio è di andare quando si ha un po’ di tempo da spendere e magari non per un semplice espresso (1,80 euro), ma per provare una delle tante esperienze che offre il locale e scoprire i caffè preparati con i diversi metodi di estrazione. Tra i più scenografi­ci e affascinan­ti c’è «Siphon», creato nel 1830 da un chimico con due ampolle di vetro (3 tazze 10 euro); oppure «Chemex», a forma di clessidra, che filtra il caffè, e poi «Clover Brewed», che nasce dalla combinazio­ne del metodo a infusione e quello sottovuoto. Da scoprire anche il Nitro affogato (10 euro), gelato creato con l’innovativa tecnologia dell’azoto liquido e servito con un espresso da versarci sopra. E poi magari potete provare a percepire le differenze di gusto tra i vari caffè: l’Ethiopia, per esempio, ha aromi di gelsomino e accenti di zenzero e buccia d’arancia, il Brazil note di nocciola, cioccolato e caramello e così via.

«Con il caffè sta succedendo un po’ come con il vino: il pubblico ha voglia di informarsi, di sapere cosa beve per farlo anche meglio>> racconta Carlo Russo, titolare di Milano Roastery. «Anche se in Italia il caffè è diffusissi­mo, in genere è trattato male, non è qualitativ­amente eccellente: all’estero sono tutti molto più preparati di noi, e sicurament­e l’arrivo di Starbucks a Milano aiuterà ad aprire la mente su questo tema». Milano Roa- stery è nata 4 anni fa come torrefazio­ne e da pochi mesi ha aperto anche un locale molto carino, in stile newyorkese, in zona di Porta Romana. «Io compro i chicchi in varie parti del mondo e poi li tosto senza sentori negativi tipo di bruciato: se ci si abitua a bere bene poi si sente la differenza e non si torna più indietro», conclude. Un espresso costa 1/1,50 euro.

Nel cuore di Brera, in via Solferino, c’è Cafezal, micro roastery dove gustare specialty coffee, caffè di qualità superiore, in un grazioso salottino. Il Caffè Pascucci, dell’omonima torrefazio­ne, dopo l’insegna in centro città ne ha da poco aperta una nuova in zona Stazione Centrale con anche un banco tutto dedicato alla moka. La tendenza, comunque, sembra portare alla nascita tante nuove piccole torrefazio­ni indipenden­ti, un po’ come è già successo con i micro birrifici e la birra.

Dal 30 novembre Allo Spazio Pelota andrà in scena la prima edizione del Milan Coffee Festival

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(foto Mourad Balti/LaPresse) Chicchi da tutto il mondo Milano Roastery ,torrefazio­ne e bar in piazzale Medaglie d’oro
 ??  ?? Stile e qualità Milano Roastery in piazzale Medaglie d’oro propone chicchi da tutto il mondo (foto Mourad Balti/LaPresse)
Stile e qualità Milano Roastery in piazzale Medaglie d’oro propone chicchi da tutto il mondo (foto Mourad Balti/LaPresse)
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(foto Furlan/ LaPresse) All’americana Gli interni di Starbucks nell’ex edificio delle Poste di piazza Cordusio

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