«Parini, critiche sbagliate Ecco perché»
La Fondazione Agnelli replica al preside. E spiega il nuovo modello Milano
Il Parini che non è più fra i primi dieci classici (e il preside protesta, «indagine inattendibile»). Il linguistico Manzoni che lascia il primato alla Setti Carraro. Lo scientifico Volta fisso al primo posto. Scuole paritarie, anche giovani e poco conosciute come Alexis Carrel che superano Beccaria e Manzoni. La provincia più avanti della città. Così la Fondazione Agnelli fotografa le scuole nell’indagine Eduscopio: «In tutta la regione il livello è alto, più della media nazionale» è la premessa. E a commentare la ricerca è il direttore Andrea Gavosto che, per cominciare, risponde al preside del Parini: «La valutazione è corretta, non è fra i migliori».
Il preside del liceo di via Goito boccia l’indagine.
«Sbaglia. Dice che è inattendibile perché non abbiamo considerato i pariniani iscritti in atenei all’estero, un venti per cento, dice, e sarebbero i migliori. Non è cosi». Spieghi.
«Valutiamo solo chi studia qui ma i diplomati che non sono in università italiane sono al massimo l’11%. E non sono i più bravi, hanno un voto di maturità più basso». Quindi?
«Anche aggiungendo gli immatricolati all’estero e attribuendo loro gli stessi risultati dei compagni con identico voto di maturità l’indice di qualità del Parini non cambia. Il liceo non è disastroso ma resta fuori dalla top ten». Come misurate la qualità? «Consideriamo la media dei voti al primo anno di università e la percentuale degli esami superati. La qualità della scuola poi è il risultato di due fattori, l’efficacia di docenti e preside e le caratteristiche degli studenti».
Il dato prevalente dell’indagine quest’anno qual è?
«Il livello sempre alto in città e nella regione, più della media nazionale, come risulta anche da Ocse e Invalsi. E colpisce il piazzamento delle scuole della provincia: nei centri più piccoli c’è forse un maggior controllo sociale, se a scuola qualcosa non va le famiglie si fanno sentire».
Altro punto: scuole paritarie che superano statali storiche.
«A Milano sono forti, ed è un unicum nel Paese. In altre regioni non ci sono paritarie fra le prime dieci».
Presidi di statali vorrebbero classifiche separate: “abbiamo più iscritti e non scegliamo i docenti”.
«Le paritarie spesso hanno meno classi. Ma la proporzione fra alunni e docenti è la stessa. Sugli insegnanti poi c’è libertà nel reclutamento ma il ricambio è forte per la fuga verso le statali». Quest’anno avete contato anche bocciature e abbandoni, per definire le scuole «selettive» o «inclusive». «Un’informazione in più per guidare nella scelta delle superiori, perché le famiglie cercano la qualità ma valutano anche come sarà il percorso. Sanno che le statali bocciano più delle paritarie e i licei classici più di altri indirizzi. Ma ora sanno anche qual è la linea nei singoli istituti e l’analisi poi mostra che i risultati non sono migliori dove c’è più selezione. Il pluripremiato Volta è meno selettivo del Leonardo, il Beccaria meno del Manzoni e fra i linguistici è inclusiva la civica Manzoni.
Eduscopio
Anche considerando gli iscritti alle università straniere, il risultato dell’istituto non cambia