Decreto dignità, giù i contratti del 37%
Crolla la domanda di lavoro in affitto. Assolombarda: è l’effetto di norme poco chiare
Crolla la domanda di lavoratori in affitto. Meno 37 per cento nel terzo trimestre 2018 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Dopo una lunga fase di espansione che durava da fine 2016, il numero delle richieste di lavoratori somministrati tra Milano, Monza e Lodi torna ai livelli di quattro anni fa. Assolombarda: «È un effetto collaterale del Decreto dignità che snatura questi contratti».
Crollo della domanda di lavoro in somministrazione nell’area metropolitana milanese. Meno 37 per cento nel terzo trimestre 2018 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Dopo una lunga fase di espansione che durava da fine 2016, il numero delle richieste a Milano, Monza e Brianza, Lodi torna ai livelli di quattro anni fa. Era un effetto collaterale del Decreto dignità previsto, ma probabilmente non in modo così brusco.
Sono questi, tuttavia, i dati che emergono dall’ultima indagine dell’osservatorio di Assolombarda (l’Associazione degli industriali milanesi) sul trimestre luglio-settembre 2018, realizzata in collaborazione con le Agenzie per il lavoro sul territorio metropolitano e nelle province di Monza e Brianza e Lodi. Si tratta di un rilevamento al quale partecipano dieci tra le principali Agenzie per il Lavoro (Adecco Italia, Etjca, Gi Group, In Job, Lavoropiù, Manpower, Men At Work, Quanta Italia, Synergie e Umana) e che monitora ogni tre mesi la domanda delle imprese per i lavoratori in somministrazione.
Sul mercato dei lavoratori «in affitto» la flessione più vistosa riguarda i tecnici, da quelli dei settori ad alta tecnologia a quelli impegnati nella distribuzione commerciale e nei servizi: un crollo addirittura del 63 per cento. Un dato che contiene anche elementi strutturali, considerato il consistente ridimensionamento della categoria sulla domanda totale (dal 21,5 al 14,6 per cento). È la contrazione più significativa degli ultimi cinque anni, proprio per la centralità di queste figure professionali nei processi produttivi di ogni settore, al punto da essere considerate una sorta di «barometro» del quadro economico. «Crediamo che il nuovo regime normativo introdotto dal Decreto dignità finisca per snaturare la vocazione originaria del lavoro in somministrazione, caratterizzato da un proprio sistema di regole che ne garantiva la giusta flessibilità — è il commento di Carlo Bonomi, presidente di Assolombarda —. Stiamo parlando di lavoraanche tori regolarmente assunti, ai quali si applicano tutte le norme legislative e contrattuali tipiche del lavoro subordinato nonché le relative tutele previdenziali — aggiunge il leader degli industriali milanesi —. Un brusco calo delle richieste può essere spiegato sia con l’oggettiva difficoltà delle aziende a far rientrare le scelte delle organizzazioni nei nuovi limiti di legge, sia in una generale diffidenza dovuta alla mancanza di chiarezza delle norme».
Il dato in contrazione è generalizzato. Infatti, guardando il confronto con luglio-settembre del 2017 diminuisce la domanda di addetti al commercio (-37 per cento), personale non qualificato (-24) e impiegati esecutivi (-20), mentre per operai specializzati (-10) e conduttori impianti (-7) la riduzione di richiesta è più contenuta. E un’analoga rilevazione condotta dall’Associazione Industriale Bresciana (Aib) evidenzia un calo della domanda di lavoro in somministrazione del -22 per cento anche a Brescia e conferma che non si tratta di un fenomeno locale.
Il Decreto dignità, di fatto, ha modificato il quadro normativo relativo alla somministrazione assimilandolo a quello sul contratto a termine, soprattutto sul punto delicato delle causali ma anche per altri elementi che hanno aperto scenari nuovi e parzialmente incerti per gli imprenditori. Anche per questo, nei mesi scorsi, in molte aziende sono stati sottoscritti accordi sindacali in deroga, anticipando e ammortizzando così l’impatto del nuovo testo di legge sui contratti a termine già avviati e con scadenza prevista a cavallo con l’entrata in vigore delle nuove norme