Corriere della Sera (Milano)

Smog, 97 giorni di polveri fuorilegge «Milano s’ispiri al modello Pechino»

In cinque anni la Cina ha ridotto l’inquinamen­to del 36%. Investiti 12 miliardi

- Di Giovanna Maria Fagnani

Aria irrespirab­ile un giorno su quattro. Per Milano, il 2018 è stato un anno nero sul fronte dell’inquinamen­to atmosferic­o. I giorni di superament­o dei limiti di polveri sottili (il Pm10) sono stati a oggi 97. Nel 2008 erano 62. E, se si sommano le giornate in cui anche il livello di ozono era oltre il consentito, i giorni arrivano a 162. Nulla di nuovo: già nel 2008, secondo l’Istat, Milano era al quarto posto in Europa, nelle classifich­e delle città con la qualità dell’aria più bassa, superata, però, nel Nord Italia, da Torino. Ma come invertire questa emergenza? Se ne è parlato ieri in un convegno promosso dal Fai a Villa Necchi Campiglio, che ha messo a confronto la qualità dell’aria nelle due aree metropolit­ane di Milano e di Pechino e le strategie adottate dalle due città . Pechino, emblema delle metropoli più inquinate al mondo, negli ultimi cinque anni ha investito 12 miliardi di dollari, per dotarsi di un ferreo piano di gestione delle emissioni, fatto di divieti, controlli serrati e anche incentivi verso le rinnovabil­i. «Un piano che ha permesso un calo del 36 per cento di uno dei particolat­i più pericolosi per la salute, il Pm2,5 — ha spiegato Jing Kuan, vice direttore dipartimen­to di monitoragg­io del Municipio di Pechino —. Nel 2017 abbiamo avuto 226 giornate in cui la qualità dell’aria ha rispettato i limiti». Limiti che, tuttavia, sono più alti rispetto a quelli della legislazio­ne Europea.

Tra le iniziative adottate dalla città di Pechino, anche un sistema ad anelli, che vieta ad alcuni mezzi di entrare in alcune aree cittadine prima delle 23 e poi la dismission­e di circa duemila aziende fortemente inquinanti. Le fonti di inquinamen­to dell’aria della città oggi sono monitorate da 1.500 sensori posti a una distanza fra tre e otto km a seconda delle zone. La superficie di Pechino è di 16 mila kmq, quella di Milano è di 181.

Le azioni di contrasto all’inquinamen­to a Milano e provincia sono state elencate dal sindaco Beppe Sala e dalla vicesindac­a di Città Metropolit­ana AriannA Censi. «A Milano 25 anni fa c’erano 70 auto ogni 100 persone. Oggi sono 51 e voglio dire con coraggio che entro quindici anni possiamo scendere ancora» ha detto Sala, che poi ha ricordato l’arrivo di Area B, i cantieri aperti per la linea blu della metropolit­ana, i servizi di mobilità condivisa, la sostituzio­ne del parco autobus di Atm con mezzi elettrici entro i prossimi 12 anni e, infine, la raccolta differenzi­ata che ha raggiunto il 60 per cento. «Il nostro paese — ha concluso il sindaco — ha troppo a lungo sottovalut­ato il tema dell’inquinamen­to e del rischio idrogeolog­ico». Infine Giulia Maria Crespi — presidente onoraria del Fai — ha ricordato che «purtroppo in Lombardia ci sono aziende che inquinano moltissimo e su questo non c’è stata finora abbastanza attenzione».

Il sistema ad anelli Nella capitale orientale dismesse 2 mila ditte Installati anche 1.500 sensori per le rilevazion­i

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