Il mistero del ragazzino ritrovato in un campo «Era seminudo e confuso»
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COMO Lasciato fuori dalla palestra per gli allenamenti, un bambino di 11 anni è stato ritrovato oltre mezz’ora dopo in un campo a poche centinaia di metri di distanza, in stato confusionale, scalzo e con i soli jeans addosso. Ai carabinieri ha detto di essere stato colpito allo sterno da un uomo e poi di aver perso i sensi e di non ricordare più nulla. Il ragazzino non aveva segni di violenza. Indagini in corso per fare chiarezza sull’episodio, avvenuto nel tardo pomeriggio di giovedì nella zona di Capiago Intimiano, cintura di Como.
Il ragazzino avrebbe dovuto partecipare a una lezione di arti marziali ed è stato accompagnato in palestra a Capiago Intimiano da una persona che si occupa di lui. La struttura sportiva però sembra fosse ancora chiusa e l’11enne, rimasto fuori,da solo, sulle scale sarebbe stato avvicinato da un uomo. Da quel momento non ricorderebbe più nulla.Mezz’ora dopo, il bambino ha chiesto aiuto con il suo cellulare. Ha provato senza riuscirci a contattare la mamma, poi si è rivolto direttamente ai carabinieri. I militari dell’Arma hanno sentito il ragazzino in stato confusionale. Non sapeva spiegare dove si trovasse. Vedeva l’insegna di un bar e una rete. Gli investigatori lo hanno subito rintracciato e recuperato. Quando lo hanno raggiunto indossava solo i jeans. La maglietta e i vestiti che non aveva più addosso erano a terra a poca distanza da lui. I primi accertamenti, subito eseguiti in ospedale con la collaborazione degli esperti hanno escluso segni di violenza di alcun tipo.
I carabinieri della stazione di Albate e della compagnia di Como hanno subito avviato le indagini, tuttora in corso. Informato il pubblico ministero di turno in Procura, Valentina Mondovì. L’allarme per la scomparsa del bambino intanto è diventato virale sui social, su Facebook e sui gruppi WhatsApp dei genitori della zona. Nelle chat è stato tracciato anche l’identikit del presunto aggressore, informazioni sulle quali al momento non ci sono però riscontri. Resta quindi l’allarme e i carabinieri indagano senza sosta per capire cosa sia accaduto al ragazzino in quei trenta minuti.