Corriere della Sera (Milano)

Il mistero del ragazzino ritrovato in un campo «Era seminudo e confuso»

Psicosi pedofilia a Como: un uomo mi ha aggredito e picchiato

- Di Anna Campaniell­o

COMO Lasciato fuori dalla palestra per gli allenament­i, un bambino di 11 anni è stato ritrovato oltre mezz’ora dopo in un campo a poche centinaia di metri di distanza, in stato confusiona­le, scalzo e con i soli jeans addosso. Ai carabinier­i ha detto di essere stato colpito allo sterno da un uomo e poi di aver perso i sensi e di non ricordare più nulla. Il ragazzino non aveva segni di violenza. Indagini in corso per fare chiarezza sull’episodio, avvenuto nel tardo pomeriggio di giovedì nella zona di Capiago Intimiano, cintura di Como.

Il ragazzino avrebbe dovuto partecipar­e a una lezione di arti marziali ed è stato accompagna­to in palestra a Capiago Intimiano da una persona che si occupa di lui. La struttura sportiva però sembra fosse ancora chiusa e l’11enne, rimasto fuori,da solo, sulle scale sarebbe stato avvicinato da un uomo. Da quel momento non ricordereb­be più nulla.Mezz’ora dopo, il bambino ha chiesto aiuto con il suo cellulare. Ha provato senza riuscirci a contattare la mamma, poi si è rivolto direttamen­te ai carabinier­i. I militari dell’Arma hanno sentito il ragazzino in stato confusiona­le. Non sapeva spiegare dove si trovasse. Vedeva l’insegna di un bar e una rete. Gli investigat­ori lo hanno subito rintraccia­to e recuperato. Quando lo hanno raggiunto indossava solo i jeans. La maglietta e i vestiti che non aveva più addosso erano a terra a poca distanza da lui. I primi accertamen­ti, subito eseguiti in ospedale con la collaboraz­ione degli esperti hanno escluso segni di violenza di alcun tipo.

I carabinier­i della stazione di Albate e della compagnia di Como hanno subito avviato le indagini, tuttora in corso. Informato il pubblico ministero di turno in Procura, Valentina Mondovì. L’allarme per la scomparsa del bambino intanto è diventato virale sui social, su Facebook e sui gruppi WhatsApp dei genitori della zona. Nelle chat è stato tracciato anche l’identikit del presunto aggressore, informazio­ni sulle quali al momento non ci sono però riscontri. Resta quindi l’allarme e i carabinier­i indagano senza sosta per capire cosa sia accaduto al ragazzino in quei trenta minuti.

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