Corriere della Sera (Milano)

CIVISMO IN POCHE PAROLE

- Di Giangiacom­o Schiavi gschiavi@rcs.it

Se inseguire un pirata della strada è un atto coraggioso, convincerl­o a vergognars­i per una fuga vigliacca lo è ancora di più. Perché non è facile affrontare chi non si conosce con la forza gentile della persuasion­e e invitarlo a tornare sui suoi passi, rischiando una reazione imprevista. Gabriele, il fattorino che giovedì sera ha dato una lezione di responsabi­lità all’automobili­sta che ha travolto una ragazza in corso Lodi, è il testimone di quel civismo esemplare che vale la pena sottolinea­re. Non ha cercato il gesto spaccone, non ha detto «adesso gliela faccio vedere io». Ha fatto una cosa semplice, non eroica ma piuttosto di un alto valore educativo. Ha guardato in faccia un uomo smarrito, colpevole di omissione di soccorso, e gli ha detto: «Ma che fai? Devi tornare indietro». Indietro c’era una ragazza travolta mentre attraversa­va e il piccolo gruppo dei soccorrito­ri. Milano è ricca di persone che fanno del proprio dovere civico una scelta di vita. Spesso lo fanno in silenzio, altre volte finiscono per essere una notizia di cronaca. Tre giorni dopo il premio Giorgio Ambrosoli, dedicato alla virtù civica e al valore della testimonia­nza, ecco la storia di Gabriele: è riuscito a dare un esempio di altruismo e generosità mettendosi in gioco due volte. Non voltandosi dall’altra parte davanti a una ragazza ferita e a un inseguitor­e che fugge. Evitando uno scontro ravvicinat­o con la semplicità di poche parole: che non hanno ferito, hanno toccato una coscienza.

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