Ragazza indiana segregata per impedire una relazione
Mantova
Voleva frequentare un giovane appartenente ad una casta inferiore alla propria: per questo una famiglia di origine indiana ha segregato una ragazza di vent’anni per impedirle di frequentare il giovane di cui si era innamorata. Sia lei sia il suo fidanzato sono stati minacciati di morte dalla famiglia di lei, nel tentativo interrompere la relazione. Ma dopo le indagini, venerdì gli agenti della Squadra mobile hanno fatto irruzione nell’abitazione dove la giovane era rinchiusa e l’hanno liberata. I parenti più diretti di lei sono stati denunciati per sequestro di persona, minaccia e maltrattamenti in famiglia. Quando gli agenti hanno fatto irruzione nella casa, che si trova nell’Alto Mantovano, hanno trovato la ventenne chiusa a chiave in una stanza. I famigliari della ragazza, alla vista degli agenti, sono rimasti interdetti: non avevano idea che segregare una persona costituisse un reato. «Pensavamo — afferma l’assessore regionale alla sicurezza della Regione Riccardo De Corato — che queste fossero usanze superate da secoli». (gio. be.) le operazioni di carotaggio del sottosuolo, ma quando sembrava che i lavori fossero a un passo, è arrivata la bocciatura del progetto realizzato dagli studenti del Politecnico di Lecco. In base al nuovo codice degli appalti infatti il bando per la progettazione dovrà passare attraverso una piattaforma online. «Capisco la delusione, ma non è il momento delle polemiche, bensì quello di continuare a rimboccarsi le maniche», commenta amaro il comandante dei vigili del fuoco, Giuseppe Biffarella. Ma questa volta i pompieri non ci stanno. Le organizzazioni sindacali hanno organizzato per martedì 4 dicembre, giorno delle celebrazioni per la patrona, un sit in nell’area di via Brodolini dove sperano possa sorgere la nuova caserma. «Noi che spegniamo il fuoco, accenderemo una fiammella perché non venga meno la speranza — spiega Orazio Secchi, rappresentante della Usb —. Nonostante le dimostrazioni di affetto della popolazione , dobbiamo esprimere il nostro rammarico per la ridicola quantità di promesse e rinvii. In queste condizioni è davvero difficile lavorare».